All’indomani della conferenza stampa del Premiere Conte sulle misure del nuovo Dpcm che entreranno in vigore da domani, venerdì 6 novembre, proseguono le proteste delle Regioni.
“Impugneremo la nuova ordinanza del Ministero della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria. Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale” ha detto Nino Spirlì, presidente facente funzioni della Regione Calabria, che ha annunciato il ricorso contro il provvedimento firmato dal ministro della Salute Speranza.
“Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del governo e con il commissario Arcuri, al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti non hanno prodotto alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di ‘chiudere’ una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta” ha spiegato Spirlì.
Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha affidato ai social il commento sulla decisione presa dal governo: “Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte pretendo dal governo chiarezza”. Il presidente ha rimarcato che, per decidere in quale zona sarebbe stata collocata la sua Regione, sono stati utilizzati “dati vecchi di almeno 10 giorni” senza quindi considerare “il netto miglioramento dell’indice Rt”.
“Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal governo chiarezza”.
“Le richieste formulate dalla Regione Lombardia non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita” ha detto il presidente della Regione Attilio Fontana.
Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha espresso il suo dissenso nei confronti delle nuove misure e della “zona rossa” in tutta la Lombardia. “Io avrei scelto un sistema più semplice e uniforme” ha scritto riferendosi al distinguo tra regioni basato sull’Rt e sui 21 indicatori, piuttosto “difficile da decifrare”.
In Valle D’Aosta, il presidente Erik Lavevaz è intervenuto in Consiglio regionale spiegando che: “Le regioni hanno chiesto di avere i fogli di calcolo utilizzati dal Cts, io l’ho ribadito anche ieri: è importante avere chiarezza sul perché siamo in zona rossa, anche come elemento di chiarezza nei confronti dei cittadini”. E ha concluso: “I numeri sono belli perché non si prestano a interpretazioni”.
“Le regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio dal mese di maggio. Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle regioni” ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza in merito alle polemiche sul nuovo Dpcm e l’attribuzione delle tre fasce di rischio alle singole regioni.
“È surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili“.
È stato anticipato a questo pomeriggio, anziché a domani come previsto inizialmente, il punto stampa al ministero della Salute con il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il Direttore Generale della Prevenzione del ministero, Gianni Rezza, sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia. Questa sarà un’occasione anche per illustrare gli indicatori che hanno portato all’ordinanza di ieri sulle tre “fasce” regionali.
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