Truck Tour – Banca del Cuore fa tappa a Bologna e Rimini con l’obiettivo di incrementare la consapevolezza dei cittadini sul tema della prevenzione cardiovascolare attraverso la possibilità di sottoporsi a screening salva-cuore. Grazie all’ambulatorio itinerante i cittadini potranno effettuare gratuitamente uno screening di prevenzione cardiovascolare. Al termine della visita ogni cittadino riceverà la stampa del proprio elettrocardiogramma, dello screening metabolico, del proprio rischio cardiovascolare e un kit di 7 opuscoli sulla prevenzione cardiovascolare. I partecipanti riceveranno anche la BancomHeart card che contiene le informazioni mediche raccolte durante la visita.
La campagna, che da mesi sta attraversando varie città in Italia, è promossa dalla Fondazione per il Tuo Cuore Onlus di Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri). Il progetto coinvolge ad oggi oltre 70 strutture cardiologiche ospedaliere e ambulatoriali attive su tutto il territorio nazionale. La parola d’ordine, dunque, è prevenzione, anche se talvolta la prevenzione da sola non basta. In molti casi, nonostante si siano adottate tutte le precauzioni, il rischio rimane alto.
In Emilia Romagna, ad esempio, ogni anno muoiono più di 11 mila persone per malattie legate all’apparato circolatorio; quasi 6.500 persone vengono ricoverate per ictus e quasi 10 mila per infarto, mentre gli interventi di angioplastica coronarica sono oltre 10 mila. Per questi soggetti il colpevole potrebbe essere il colesterolo, in particolare quello Ldl, il cosiddetto ‘colesterolo cattivo‘, i cui valori sono strettamente associati al rischio di eventi cardiovascolari, mentre la loro riduzione può portare alla diminuzione del rischio. Non a caso, spiega in una nota Claudio Rapezzi, associato presso il Dipartimento di Medicina specialistica, diagnostica e sperimentale dell’Università di Bologna, e direttore dell’Uo di Cardiologia, Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna, “l’ipercolesterolemia è il primo fattore di rischio delle malattie cardiovascolari“.
“Per chi non ha mai avuto eventi cardiovascolari (come infarto, angina, ictus) e che, in generale, è a basso rischio di svilupparli – sottolinea Rapezzi – un valore di Ldl inferiore a 115 mg/dl è ritenuto sufficiente. Per chi ha già avuto eventi ed è a rischio elevato o addirittura molto elevato è necessario raggiungere valori di Ldl inferiori a 70 mg/dl”. Se cambiare il proprio stile di vita non basta, allora si ricorre a una terapia farmacologica.
Solo in Emilia Romagna, quasi 400 mila persone assumono farmaci ipolipemizzanti. “Ad oggi lo standard di cura prevede il trattamento con statine eventualmente associate ad ezetimibe. Nei casi più gravi, nonostante l’utilizzo di questi farmaci il colesterolo resta alto e alcuni soggetti non riescono a raggiungere il target terapeutico suggerito dalle linee guida. Questi individui potrebbero soffrire di ipercolesterolemia familiare, una condizione genetica ereditaria che causa livelli di colesterolo molto alti nel sangue, che possono portare chi ne è affetto a essere vittima di un evento cardiovascolare anche in giovane età. Per questi individui sono disponibili anche in Italia – ricorda la nota – gli inibitori di PCSK9, una nuova classe di farmaci che abbatte in maniera molto marcata i livelli di colesterolo”.
“Di questa nuova classe fa parte evolocumab, farmaco che ha fatto parlare di sé nel corso dei congressi internazionali più importanti degli ultimi mesi, come American College of Cardiology e European Society of Cardiology, grazie agli incoraggianti dati di sicurezza ed efficacia dei suoi studi clinici. Il farmaco, grazie al suo meccanismo d’azione, riduce in sicurezza i livelli di colesterolo Ldl fino al 75%. Da una a tre iniezioni sottocute, auto-somministrate dal paziente attraverso una penna pre-riempita, ogni due settimane o una sola volta al mese. In studi recenti questo farmaco ha dimostrato di riuscire ad ottenere non solo una riduzione molto marcata e costante dei livelli di Ldl in sicurezza, senza effetti collaterali sulle funzioni cognitive, ma anche di ridurre in maniera significativa il rischio di eventi cardiovascolari maggiori tra cui infarto, ictus e rivascolarizzazione coronarica”.
In collaborazione con AdnKronos
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