Che clima farà sul pianeta nei prossimi 5 anni? Stando alle ultime rilevazioni degli esperti, le
previsioni da qui al 2020 non prevedono niente di buono, con temperature in progressivo aumento: se già il 2015 e questo inizio di 2016 stanno infrangendo ogni record al riguardo, sembra proprio che le cose non miglioreranno affatto, e saremo ancora alle prese con stagioni impazzite, scarsità di precipitazioni e siccità, con tutto il corollario di problematiche anche serie correlate ai cambiamenti climatici in atto. A voler essere proprio precisi, il riscaldamento globale rallenterà giusto un anno, ma riprenderà con più vigore di prima rendendo il pianeta sempre più ostile alla vivibilità delle creature che ospita, in primis l’uomo.
Tali previsioni sono state diffuse dal Met Office in Gran Bretagna e pubblicate lo scorso 29 gennaio, con tutte le inevitabili approssimazioni derivanti da studi meteorologici così a lungo termine. Tuttavia il modello previsionale, che combina le emissioni di CO2 di origine antropica, ovverosia frutto dell’azione e della presenza dell’uomo sul pianeta, con gli effetti di fenomeni naturali come El Niño, che avrà il suo picco proprio nel 2016, sembra lasciare pochi margini di dubbio su quello che ci aspetta nei prossimi anni. Nel report dell’organizzazione meteorologica britannica si legge infatti che ‘per il quinquennio 2016-2020, i modelli di previsione suggeriscono un ulteriore riscaldamento sulle terre emerse e alle alte latitudini settentrionali‘, con una temperatura media globale che rimarrà con tutta probabilità elevata, ‘probabilmente tra 0,28 e 0,77 gradi centigradi al di sopra della media di lungo termine‘.
L’anno di tregua dal surriscaldamento nel corso del quinquennio sarà probabilmente il 2017, secondo cui potrebbe verificarsi da un lato l’affievolimento di El Niño, e dall’altro il possibile avvento di un fenomeno opposto, La Niña, caratterizzato da un ampio raffreddamento dell’Oceano Pacifico centro-orientale, che dovrebbe mitigare le temperature bollenti degli ultimi anni. Ma sarà solo una breve pausa prima che il grande caldo torni a soffiare sulla Terra, che vedrà costantemente salire la colonnina di mercurio nei successivi tre anni: oltre a rendere invivibile molte aree del pianeta a rischio desertificazione, avrà anche l’effetto di aumentare la concentrazione di anidride carbonica, con il rischio di rendere ininfluenti gli ambiziosi obiettivi fissati dalla Cop21 per cercare di contrastare i mutamenti climatici.