Il prezzo del gas è ancora alle stelle. La Russia continua la sua guerra in Ucraina e continua il braccio di ferro con l’Unione Europea contro le sanzioni mosse nei suoi confronti. Gazprom il colosso energetico russo annuncia un nuovo stop alle forniture.
Un nuovo annuncio di un ulteriore stop di tre giorni, sempre apparentemente per manutenzione del gasdotto, ed il prezzo torna a quotazioni assurde. Il prezzo del gas schizza a 291 euro a megawattora ben dieci volte maggiore ad un anno fa.
L’Europa ha varato un piano di risparmio energetico secondo il quale ogni paese membro dovrà ridurre del 15% i consumi di gas ed ostenta sicurezza. Anche in Italia, però, dove gli stoccaggi sono pieni all’80%, secondo l’analisi di alcuni economisti, se la Russia dovesse chiudere definitivamente i rubinetti a stento si arriverebbe a fine anno.
Ovviamente anche l’Italia ha messo in campo il suo piano per la riduzione dei consumi. Grazie, però, alla diversificazione di approvvigionamento che ha portato i nostri depositi a riempiersi quasi del tutto, i tagli saranno solo di un 7% rispetto alla media europea.
Il Piano che sarà presentato, comunque, nei prossimi giorni, dovrebbe prevedere la riduzione di un’ora di riscaldamento al giorno negli edifici residenziali sia pubblici che privati. Un ulteriore taglio sarebbe previsto anche per quanto riguarda la temperature. Si passerebbe, cioè, dai 20 gradi dei nostri riscaldamenti attuali ai 19 gradi, ben un grado in meno quindi.
Potenziare i rigassificatori, uno dei punti al vaglio del comitato di emergenza, già presenti nel nostro Paese e, forse, prevederne di nuovi. In quanto pur potendo acquistare gas liquido non si sarebbe poi capaci di riproporlo come elemento gassoso in grado di poter essere sfruttato.
Anche qui non mancano i problemi. Ad esempio a Piombino, come afferma lo stesso Ministro Cingolani, sede di uno dei rigassificatori, lo Stato non può far finta di nulla dinanzi alle legittime richieste provenienti dal territorio.
Mettere in campo delle operazioni di compensazione è inevitabile, secondo il Ministro, in modo da venire incontro alle esigenze dei territori senza minare la sicurezza energetica nazionale.
Per queste ragioni sia la crisi energetica che l’aumento vertiginoso del gas sono stati i temi cruciali che hanno monopolizzato il dibattito politico di queste ultime ore. A circa un mese dalle elezioni politiche si è tornato a parlare del tetto al prezzo del gas con insistenza. C’è chi, invece, come Salvini, in maniera del tutto anacronistica ritorna a parlare di nucleare.
Fatto sta che dinanzi al rischio sempre più concreto che la Russia possa negare completamente l’erogazione all’Europa, in settimana il Governo dovrebbe già riunirsi per cercare di dare risposte concrete.
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