Nonostante continuano ad arrivare minacce da parte della Russia, in Ucraina cade il prezzo del gas rispetto al giorno precedente all’invasione.
Le parole del ministro dell’Energia e vicepremier russo Novak non sono servite a nulla.
In discesa il costo del gas
Le quotazioni del gas ormai hanno iniziato una corsa verso il ribasso. Questa situazione si sta verificando ormai da una settimana e sembra non voglia placarsi.
È stato dimostrato tutto al Title Transfert Facility di Amsterdam, Borsa delle materie prime, in cui ad oggi la quota del metano si attesta con un calo dell’8,2%.
Il prezzo quindi è arrivato a una cifra di 83,9 euro al megawattora.
Ciò vuol dire che le ultime di minacce ricevute da parte del ministro dell’Energia e vicepremier russo Aleksandr Novak non sono state prese minimamente in considerazione.
La nuova quota raggiunta è una cifra molto inferiore rispetto a quanto si presentava il gas il giorno precedente all’invasione della Russia nell’Ucraina.
Il 23 febbraio infatti il gas era quotato ad 88 euro.
Novak nel corso della mattinata ha pronunciato le seguenti parole: “La Russia vuole dirottare le sue forniture di gas dall’Europa verso altri mercati, anche se quello europeo resta “rilevante””.
Oltretutto, continuando la sua spiegazione, nel corso di un’intervista al canale televisivo Rossiya 24 , il viceministro ha dichiarato che anche tutte le compagnie di idrocarburi russe hanno dovuto modificare i propri piani a causa delle tante sanzioni arrivate.
Nello specifico le spedizioni di greggio e prodotti petroliferi sono state orientate verso la regione dell’Asia-Pacifico, l’Africa e l’America Latina.
Il motivo del ribasso del prezzo del gas
Il ribasso del prezzo del gas è stato anche dovuto all’accordo raggiunto dai 27 Stati membri, i quali ci sono accordati riguardo ad un prezzo comunitario sul gas Russo.
Tutto sarà in vigore a partire dal 15 febbraio del 2023, quando ci sarà anche lo scatto di 180 euro a megawattora.
Conseguentemente il differenziale rispetto al prezzo globale sarà di 35 euro. Se dovesse presentarsi un’emergenza inerente agli approvvigionamenti, questo scatto verrà disattivato in modo automatico.
Oltretutto, entro il primo novembre del 2023, la Commissione Europea dovrà decidere se estendere o meno la validità della misura in corso.
Tutto è ancora da vedere dato che, l’agenzia Tass ha riferito che “Il price cap nell’Ue potrebbe spingere i fornitori verso altri mercati senza restrizioni”.
Al momento Novak ha voluto spiegare che la produzione petrolifera russa ha quantificato la propria produzione.
Infatti, Vladimir Putin per rispondere al price cap di 5-700mila ha deciso di dirottare i propri prodotti.