L’oro continua ad essere il bene rifugio per eccellenza dei piccoli investitori, ma siamo davvero sicuri che il mercato sia limpido e garantito? A pochi anni dallo scandalo Libor (tasso di interesse variabile di riferimento per i mercati finanziari) sta per scoppiare un nuovo scandalo, questa volta legato proprio al prezzo dell’oro. Il cosiddetto London Gold Fixing sarebbe stato manipolato negli ultimi 10 anni da cinque colossi del credito, accusati in un paper realizzato dall’Università di New York. L’ipotesi è che le banche si siano mosse per pilotare la quotazione dell’afternoon fix (15GMT), quello utilizzato come benchmark dalle banche centrali. Il tutto, ovviamente, per condizionare il mercato e ottenere guadagni milionari.
La filosofia che muoverebbe questa ennesima truffa sembra proprio la stessa che ha portato allo scandalo Libor: i grandi player dell’economia che si muovo in ‘cooperazione’ segreta per muovere le pedine sulla scacchiera a proprio vantaggio. Lì si faceva oscillare il tasso di interesse interbancarcio, qui invece il prezzo dell’oro, che muove un mercato da 20 mila miliardi di dollari ma è ancora gestito con le modalità stabilite a inizio ‘900. Ancora oggi il valore dell’oro è fissato ogni giorno a Londra in due ‘fixes’ alle 10 e alle 15. A stabilire il prezzo sono cinque colossi del credito: Barclays, Deutsche Bank, Bank of Nova Scotia, HSBC e Societe Generale. Le regole sono ancora le stesse del 1919, quando gli operatori di mercato si incontravano negli uffici dei Rothschild a Londra. L’unica differenza è che oggi la quotazione viene stabilita via telefono.
L’accusa alle grandi banche arriva da uno studio (non pubblicato fino ad ora) di due economisti: Rosa Abrantes-Metz, che insegna alla New York University’s Stern School of Business, ed Albert Metz, direttore di Moody’s Investors Service. Gli studiosi hanno messo sotto la lente di ingrandimento le fluttuazioni della quotazione dell’oro dal 2001 al 2013, alla ricerca di variazioni improvvise e scambi sospetti. Bene, alla fine hanno notato che, dal 2004 in poi, nell’afternoon fix si possono notare frequenti balzi nel prezzo, sempre verso il basso. I dati sospetti sono tre: 1) prima del 2004 non esistevano variazioni così frequenti; 2) le variazioni non avvengono mai la mattina ma sempre il pomeriggio; 3) due terzi dei movimenti sospetti tra il 2004 e il 2013 sono stati verso il basso, con un picco del 92% nel 2010.
Cosa significa questo per i mercati e quali conseguenze avrà la ricerca è ancora presto per dirlo, anche perché il paper non è stato ancora pubblicato e le banche hanno rifiutato ogni commento in merito. Quel che è certo è che le ipotesi di truffa è ben più che un’ipotesi campata in aria. Rosa Abrantes-Metz, infatti, è un nome ben noto tra gli studiosi di finanza. E’ stata proprio lei a realizzare lo studio sulla ‘Libor Manipulation‘, che nel 2008 ha dato il via allo scandalo suli tassi interbancari, concluso con maximulte per ben 1,7 miliardi di euro a sei grandi banche mondiali. Succederà lo stesso anche questa volta? Ma soprattutto chi controlla i controllori?