Giorgia Meloni è arrivata insieme ad Andrea Giambruno. Lunghi applausi per Sergio Mattarella e proteste all’esterno contro l’opera russa, la guerra e il caro bollette.
Proteste dei manifestanti fuori dal Teatro, contenuti dalla polizia, mentre alla Prima alla Scala fa discutere la scelta dell’opera russa. Presente anche Ursula Von der Leyen accanto a Giorgia Meloni e Sergio Mattarella.
C’è di tutto in questa giornata della Prima alla Scala. Partendo dalla mattinata di oggi, e dai cinque giovani che avevano imbrattato la facciata con della vernice, si era già capito che aria stesse tirando. L’intento dei manifestanti di “Ultima Generazione”, che hanno poi rivendicato il gesto, era quello di “ricordare a Meloni e Mattarella le proprie responsabilità, prima che si ripeta un’altra Ischia“.
Arrivando poi al red carpet emozionante, se pur breve, di Giorgia Meloni che si è concessa per qualche secondo ai fotografi in compagnia di Andrea Giambruno e ha anche rilasciato qualche dichiarazione.
Non è sembrata insofferente il Presidente del Consiglio abbagliata dalle luci dei flash, con il suo abito Armani: “Spero sia all’altezza delle vostre aspettative“, ha scherzato. Poi un commento sulla serata e sulla Prima: “Sono incuriosita, una bella nuova esperienza“.
Accoglienza straordinaria per Sergio Mattarella, sul palco d’onore insieme a Ursula Von der Leyen e agli altri “vip” tra cui anche Meloni e La Russa.
Per il Presidente della Repubblica sono arrivati applausi scroscianti e anche qualche coro da parte del pubblico in sala.
Una fortissima contrapposizione con quanto stava invece succedendo all’esterno. Mentre Mattarella, La Russa, Von der Leyen e Meloni erano intenti a godersi l’opera russa in scena, Boris Godunov di Musorgskij – parabola sulla dittatura zarista – fuori dal Teatro l’accoglienza è stata ben diversa dagli applausi della platea della Scala.
I manifestanti si sono radunati davanti la facciata, venendo bloccati a poche centinaia di metri dalla polizia. Presenti anche gli appartenenti al centro sociale Cantieri e al Coordinamento dei collettivi studenteschi.
Cori contro Meloni e Mattarella, striscioni e cartelloni che si rifacevano all’agenda di Giorgia, e proteste in giornata anche contro la scelta dell’opera. Nel pomeriggio in molti si sono radunati esponendo striscioni (uno che raffigurava il volto di Putin al centro di una svastica).
Secondo i manifestanti l’opera russa potrebbe essere oggetto di strumentalizzazione e propaganda, mentre Giorgia Meloni preferisce tenere cultura e guerra due cose separate: “Noi non ce l’abbiamo col popolo russo, con la storia russa, – ha detto il Presidente – noi ce l’abbiamo con scelte di chi politicamente ha deciso di invadere una nazione sovrana“.
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