Alle Primarie PD 2017 ha vinto Matteo Renzi . I seggi per le Primarie del Partito democratico sono stati chiusi alle 20 del 30 aprile in tutta Italia e con le elezioni primarie il Partito Democratico, con il nuovo segretario, è pronto alla sfida delle prossime politiche. Tra i commenti a caldo dopo la vittoria di Renzi spicca quello di Gianni Cuperlo, che nella sede del comitato a sostegno di Andrea Orlando riassume “Mi auguro che si faccia una riflessione sugli errori e i limiti alle nostre spalle. Sono le prime primarie senza un pezzo di partito: bisogna riflettere su quanto è accaduto”.
Ed è stata superiore alle aspettative l’affluenza alle primarie del PD 2017. Alle 17 si è sfiorato il milione e mezzo di votanti (superando quota 1 milione 493mila), a chiusura dei seggi si è stimata un’affluenza di quasi due milioni di persone. “È una bellissima giornata, ancora una volta centinaia di migliaia di persone nonostante il ponte e la bella giornata hanno scelto la democrazia. Abbiamo notizie che ancora in alcuni gazebo ci sono le file e le operazioni di voto andranno avanti anche oltre le 20”, ha detto Matteo Orfini ai microfoni del Tg1, appena i seggi erano ufficialmente chiusi.
Renzi raccoglie il 74,1% dei voti, Orlando il 19,8%, Emiliano il 6,1%. Sono questi i risultati provvisori delle primarie, su circa 125mila voti scrutinati. Lo riferisce YouTrend su Twitter.
Curiosità: il primo seggio delle primarie Pd è stato scrutinato a La Spezia frazione Biassa e vedeva Andrea Orlando con 56 voti, Matteo Renzi 6, Michele Emiliano zero.
I candidati alle Primarie PD erano infatti tre:
– Matteo Renzi, l’attuale segretario ed ex premier;
– Andrea Orlando, prima ministro della Giustizia nel Governo Renzi e poi riconfermato in carica nel Governo Gentiloni;
– Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia.
C’è da dire che al ”primo turno” di votazioni, destinato solo agli iscritti di partito, il vincitore è stato Matteo Renzi che ha preso il 66% delle preferenze, ma la data del 30 aprile era comunque importante perché tutti gli italiani (anche gli stranieri con regolare permesso di soggiorno) hanno potuto partecipare alle Primarie PD andando a votare dalle 8 alle 20 nei seggi sparsi su tutto il territorio nazionale.
PRIMARIE PD EDIZIONE 2017
I seggi per le Primarie PD, allestiti soprattutto nelle sezioni locali del PD e nei gazebo, sono rimasti aperti dalle 8 di mattina e alle 20. Potevano votare i cittadini italiani che hanno più di 16 anni, i cittadini dell’Unione Europea residenti in Italia e tutte le persone che hanno un permesso di soggiorno. Per votare bisognava andare al proprio seggio (che si può cercare sul sito ufficiale delle primarie) con un documento e la tessera elettorale, e versare un contributo minimo di due euro. Fino al 27 aprile era obbligatoria la pre-registrazione sul sito per i giovani tra i 16 e i 18 anni, gli elettori fuori sede – per cui è stata anche attivata una procedura di voto online – e i cittadini UE residenti in Italia. Chi abita in zone colpite dal terremoto nel Centro Italia ha potuto partecipare alle primarie in seggi speciali allestiti nei centri di accoglienza.
PRIMARIE PD: I CANDIDATI ALLA SEGRETERIA DEL PARTITO DEMOCRATICO
Sky TG24 HD ha ospitato il 26 aprile il confronto fra gli aspiranti al ruolo di segretario del Partito Democratico. Il canale all news ha ricevuto l’adesione definitiva da parte dei tre candidati alle primarie del PD che si sono confrontati negli studi Sky di Milano alle 21:00. L’appuntamento è stato condotto da Fabio Vitale e trasmesso in diretta su Sky TG24 HD e in chiaro, visibile a tutti, su Sky TG24, canale 50 del digitale terrestre.
Sono quindi tre i candidati a segretario del Partito Democratico ammessi alle Primarie PD che hanno ottenuto il consenso di almeno il cinque per cento dei voti validamente espressi in almeno cinque regioni o province autonome. Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano risultano essere ammessi alle primarie. Dopo il voto del 30 aprile 2017, il nuovo segretario sarà proclamato dall’assemblea nazionale domenica 7 maggio.
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PRIMARIE PD: IL CANDIDATO MATTEO RENZI
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L’ex premier Matteo Renzi è il candidato favorito alle primarie PD 2017, forte delle 37mila firme raccolte in suo favore. I sondaggi parlano di un suo possibile successo schiacciante, ma sappiamo che in sede di voto, tutto può succedere. Che dice la mozione Renzi? (Da notare che è composta in tutto da 6 pagine contro le 30 dello sfidante Orlando).
Punto programmatico che sta molto a cuore a Renzi è rilanciare l’Europa che resta “l’orizzonte strategico” per battere l’ideologia della “chiusura” e dei muri, soprattutto creando “un modello con due livelli di governo ben distinti, uno federale con un adeguato bilancio da gestire e uno rinviato alla responsabilità degli Stati, singoli o in forma associata nel Consiglio europeo” così da europeizzare le elezioni nazionali di ogni singolo Stato.
Per Renzi, il PD è una forza politica che vuole “costruire una società più giusta, ispirata ai valori di solidarietà, libertà e uguaglianza” e che affonda le sue radici su due pilastri. “Da una parte le culture politiche sulle quali si è fondata nel secondo dopoguerra la democrazia italiana e che nel corso dei decenni della storia repubblicana ne hanno alimentato e rinnovato le prospettive. Dall’altra l’idea di centrosinistra che è stata al cuore dell’esperienza dell’Ulivo”. Un partito ‘corale’ che deve essere necessariamente “sottratto una volta per sempre alle decisioni di piccoli gruppi che si autoproclamano depositari della volontà generale” (il riferimento è alle correnti minoritarie interne, non ultimi gli scissionisti recentemente fuoriusciti, Bersani e compagnia).
PRIMARIE PD: IL CANDIDATO ANDREA ORLANDO
L’ex ‘giovane turco’ Andrea Orlando è il candidato più quotato per rendere difficile la vita a Renzi, non a caso è sostenuto dall’ex premier Enrico Letta che in qualche modo ancora non perdona a Renzi di averlo ‘fatto fuori’ e di aver preso il ‘suo’ posto come presidente del Consiglio. Orlando mira a combattere destra e populismi, mira a “Unire l’Italia, unire il PD” perché “Una casa divisa non può reggere”. “La destra vince perché divide il popolo, contrappone gli inclusi agli esclusi, gli italiani agli stranieri, una nazione all’altra. Noi vogliamo unire, e così vincere”.
“Abbiamo bisogno di costruire un nuovo centrosinistra, di cui un PD forte e plurale sia il perno, per sconfiggere la nuova destra nazionalista e populista”, spiega nella mozione Orlando. Come far risollevare l’Italia? Attraverso il rilancio degli investimenti pubblici che dovrebbe portare a una nuova occupazione e la messa a punto di “un nuovo IRI della conoscenza, che affronti di petto il problema della ricerca applicata al fine di migliorare la competitività e la qualità dell’intero sistema produttivo, in coerenza con le vocazioni e gli orientamenti dell’economia Italia”.
E cita Alcide De Gasperi: “Se costruiremo soltanto amministrazioni comuni, senza una volontà politica superiore, rischieremo che l’Europa appaia senza calore, senza vita ideale”, prima di chiarire il suo intento europeista: “Vorrei che il nostro sguardo fosse costantemente rivolto all’Europa, non solo perché là si collocano le nostre radici, ma soprattutto perché là sta il nostro avvenire, la dimensione minima per combattere l’ingiustizia e difendere la pace”.
PRIMARIE PD: IL CANDIDATO MICHELE EMILIANO
Michele Emiliano era salito alle cronache per la sua volontà di uscire dal PD, ma poi ci ha ripensato e ha deciso di sfidare Renzi per sottrargli la poltrona della segreteria del PD. Il magistrato ex sindaco di Bari e attuale presidente della Regione Puglia è stato però escluso in Lombardia e Liguria a causa di mancanza di firme. In più è reduce da un brutto infortunio avvenuto in Calabria proprio durante il tour per la sua candidatura alle Primarie PD, tanto che si era parlato di un possibile rinvio del voto per permettergli di ”giocare ad armi pari” con gli altri sfidanti. Ad ogni modo, la sua ultima stoccata è proprio contro Renzi, dato che ha ricordato agli italiani: “Tutti possono votare, anche chi è del PD e non è tesserato. Se qualcuno vuole togliersi dai piedi Renzi può votare Emiliano”.
La mozione congressuale di Michele Emiliano, cioè in qualche modo il suo programma, inizia con queste parole: “Amo l’Italia con tutto me stesso. L’Italia è il nostro partito. Siamo il Partito Democratico, nato per attuare i principi della Costituzione su cui si fonda la nostra Repubblica. Siamo il Partito erede della Resistenza, del movimento operaio, dello Statuto dei lavoratori, di un patrimonio di storie e valori che hanno unito una comunità. Siamo nati per attuare quei principi e quegli ideali democratici di uguaglianza e di giustizia sociale che i nostri padri e le nostre madri costituenti, con passione civile e lungimiranza, hanno voluto assegnare alla parte I della Carta e di cui l’articolo 3 rappresenta la più alta tensione ideale, morale, culturale e politica”.
Gli obiettivi di Emiliano? “Ricostruire una casa comune, per unire un Paese diviso, anche da una visione ipertrofica dell’io solo al comando, con cui è stata intesa e costruita la leadership. Passare dall’io al noi, essere un partito di popolo, aperto alla società, al civismo, alla partecipazione dei cittadini. Combattere la disoccupazione e la povertà con un forte rilancio degli investimenti pubblici, attuazione di politiche di sviluppo innovative, lotta alle mafie e alla corruzione”. E chiude citando Enrico Berlinguer: “Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi, può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell’essere umano, del suo benessere, della sua felicità. La prova per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.”