Il caso Napoli registra una nuova puntata dopo la decisione di Valeria Valente di far ricorso alla commissione di garanzia del PD per accertare se “iscritti abbiano tenuto comportamenti lesivi dell’onorabilità del partito e degli stessi candidati“. Il riferimento è ovviamente agli episodi sospetti avvenuti ai seggi delle Primarie di domenica 6 marzo. La vincitrice non si è rivolta alla commissione delle Primarie (quindi non contesta il risultato finale) ma alla commissione del partito che si occupa di etica. Nel ricorso, la Valente chiede che si prenda visione dell’intero video in modo da verificare se ci siano stati “comportamenti contrari alle norme previste dallo Statuto del partito” e, nel caso, chiede che la commissione “procederà con il rigore necessario e che ogni violazione sarà sanzionata con la severità necessaria“.
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Nel frattempo, la Commissione di garanzia del PD ha già respinto il ricorso di Antonio Bassolino sugli episodi sospetti, ma l’ex sindaco ha in serbo un secondo ricorso. Il ricorso è stato respinto perché presentato fuori tempo massimo. “Non lo discutiamo inutilmente per poi farcelo dichiarare illegittimo“, hanno spiegato Vincenzo Serio e Antonio Giordano, i due rappresentanti vicini a Bassolino, che hanno lasciato la Commissione prima della decisione finale.
L’ex sindaco aveva annunciato il ricorso sulla sua pagina Facebook. “Sono disgustato“, scrive, da quello che definisce un “mercimonio“, riferendosi ai video di Fanpage.it. Il ricorso contro l’esito del risultato finale, che ha visto la vittoria di Valeria Valente, è dunque ufficialmente partito. “Rispettare la libertà e la dignità delle persone è un requisito irrinunciabile della democrazia. Per questo ho presentato un ricorso sui gravi episodi avvenuti nelle primarie di domenica“, annuncia l’ex sindaco di Napoli. Il risultato rischiava di essere ribaltato. La Valente ha infatti vinto per circa 450 voti.
Gli episodi sospetti ai seggi
Le primarie del PD a Napoli sono finite nell’occhio del ciclone per alcuni episodi piuttosto sospetti, registrati da telecamere nascoste in quattro seggi da Fanpage. In cinque seggi della città alcune personalità del PD napoletano sono state colte mentre distribuivano monete fuori dai seggi o davano indicazioni di voto a chi non sapeva come votare. La Procura di Napoli ha deciso di aprire un fascicolo sugli episodi sospetti: si tratta di indagini conoscitive. Le immagini sono abbastanza chiare e gettano un’ombra sulla vittoria della candidata renziana, tanto che Debora Serracchiani, vicesegretaria del PD nazionale, ha chiesto che si faccia chiarezza, così come il vincitore delle primarie a Roma, Roberto Giachetti.
Gli episodi sono singoli e non vanno a rovinare la vittoria e la festa democratica, tuonano i responsabili del PD campano. Di certo non è un bel segnale di rinnovamento alla Matteo Renzi farsi vedere mentre si distribuiscono monete da un euro, ma la prudenza è d’obbligo, anche in attesa delle versioni dei protagonisti.
D’altro canto, il M5S ha colto la palla al balzo. Beppe Grillo chiede ai napoletani di “denunciare i brogli“, mentre Luigi Di Maio, napoletano doc, ricorre all’ironia. “Se il buongiorno si vede dal mattino”, ha ironizzato il vicepresidente della Camera, chiedendo che la Procura apra un fascicolo sui fatti di Napoli.
Luigi De Magistris, pronto a ricandidarsi come sindaco, attacca il PD. “È uno squallore, così si squalifica la politica. È una vergogna”, sottolinea l’attuale primo cittadino.
Anche la vincitrice delle Primarie, Valeria Valente chiede chiarezza. “Si faccia chiarezza su qualche ma non ci buttate addosso la croce della solita Napoli torbida, perché sarebbe un po’ infame. Oltre trentamila persone hanno votato in un clima di ordine e calma. Sarebbe una schifezza partire da questo”, ha dichiarato.
Lo sfidante Marco Sarracino è stato il primo a commentare a Fanpage le immagini. “Spiace constatare, come emergerebbe da un video, che una bella giornata di partecipazione democratica possa essere macchiata, ancora una volta, da comportamenti quanto meno inopportuni da parte di alcuni esponenti del partito”. Ma cosa è successo davvero a Napoli?
Cosa è successo alle Primarie PD a Napoli
Il giorno delle Primarie PD, i giornalisti di Fanpage si sono appostati fuori dai seggi muniti di telecamere nascoste. Il primo seggio sotto accusa è quello del lotto T di Scampia, dove ha vinto la Valente. Qui, un uomo viene ripreso mentre dà spiegazioni a delle persone su come votare la candidata. Più avanti, altri parlano dell’euro che viene chiesto al momento della votazione (come in tutte le primarie PD).
A Villa San Giovanni, dove Valeria Valente ha messo a segno una vittoria netta, le telecamere nascoste inquadrano Gennaro Cierro, capogruppo dem al VII Municipio che parla con una donna. “Abbiamo solo la tessera però, è giusto per farvi un piacere. 10 euro”, dice la signora, al che Cierro si gira verso un ragazzo lì vicino e dice “Vai ragazzo, ci vuole un euro a persona”, dandogli qualcosa in mano. Raggiunto da Il Mattino, il capogruppo ha spiegato di aver dato dei soldi a quella famiglia perché non avevano denaro e volevano comunque votare.
Spostandosi al seggio di Piscinola, in via Vittorio Veneto, dove ha vinto la Valente, si vede un’auto ferma davanti all’ingresso: l’autista riceve l’elenco dei votanti dal responsabile del seggio, lo guarda e poi va via. Poco dopo, davanti allo stesso seggio, vengono date monete ad alcuni dei votanti.
Ancora a Scampia, ma al seggio 61 in zona Monterosa, dove ha vinto Bassolino, due uomini vengono filmati mentre si scambiano del denaro. È Il Mattino a ricostruire la vicenda: Lello Silvestro, uomo vicino all’ex sindaco avrebbe preso dei soldi dal fratello Gennaro. “Gli stavo consegnando la bolletta della scommessa”, è la sua versione.
Dulcis in fundo, il seggio a San Giovanni a Teduccio, dove la Valente ha vinto nettamente. Il consigliere comunale Antonio Borriello viene colto mentre dà di persona dei soldi a una donna. Alla richiesta di spiegazioni, prima dice di non ricordare l’episodio specifico, poi annuncia azioni legali e spiega di aver dato l’euro a chi era venuto a votare e non aveva i soldi.
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