Il candidato alle primare del Pd Gianni Cuperlo ha dichiarato di non essersi votato, di avere lasciato la scheda bianca: “L’ho fatto anche nel 2013”.
Gianni Cuperlo ha detto di non essersi votato, durante il suo intervento a Un giorno da pecora su Radio Rai Uno. Il candidato alla segreteria del Pd ha raccontato come la sua candidatura fosse arrivata perché non era mai stato pienamente convinto degli altri due candidati e per aprire una discussione sincera all’interno del partito. “Non mi sono votato – ammette – l’ho fatto per principio“. Michele Emiliano propone la cooperazione tra Schlein e Bonaccini, ma la guida del Pd in un tandem tra i due avversari alle primarie pare scenario molto difficile nonostante le aperture.
“Sapevo di non perdere per un voto, altrimenti mi sarei votato“. Scherza a Un giorno da Pecora su Radio Rai Uno Gianni Cuperlo. Il candidato alla segreteria del Pd, come avvenuto nel 2013, ha deciso di non porre alcun segno sulla scheda elettorale dei circoli del Partito Democratico – che ha portato al ballottaggio delle vere e proprie primarie Bonaccini e Schlein.
La candidatura è arrivata per protesta, così come la consegna della scheda bianca, continua Cuperlo, che si dice convinto della sua scelta ma consapevole di non potere arrivare alla vittoria. Certo di non perdere per un voto Cuperlo, incerte le primarie – come mai prima d’ora – di domenica 26 febbraio. Il ballottaggio ha portato un Bonaccini al 52,8% ben lontano dalle previsioni di vittoria straccante del governatore dell’Emilia-Romagna. I 18 punti di distacco rimangono, ma non sembrano costituire poi un gap così impossibile da colmare per Schlein.
Vero è che mai è successo che il verdetto degli iscritti al partito si ribaltasse; scenario che qualora dovesse verificarsi potrebbe significare anche un indebolimento importante per le fondamenta del partito. Con questi numeri però, sembra complicato che uno dei due candidati possa superare il 60% delle preferenze. Rimane l’incertezza, con percentuali che si agiteranno verosimilmente sul 45-55. Dati che qualora confermati non potrebbero non far pensare al vincitore a cosa far fare al perdente.
E a proposito di provocazioni, Michele Emiliano sempre in ambito primarie ha suggerito a Bonaccini e Schlein di guidare il partito insieme. Un ticket che prevede, sia ben chiaro, Bonaccini al comando e Schlein sua vice. Il presidente della Regione Puglia appoggia quello dell’Emilia-Romagna, ma dai comitati elettorali dei due candidati arriva il gelo.
Una proposta quella di Emiliano che servirebbe a dare inizio a una vera cooperazione all’interno del partito, e a sotterrare ogni possibile ascia di guerra e dissidi interni.
Eppure un’apertura, dopo il confronto televisivo tra i due sembra esserci. Era stato Bonaccini a chiudere a bruciapelo a Scaleni: “Se perdi dal giorno dopo mi sosterrai?” ricevendo risposta affermativa: “Senza ombra di dubbio“. Anche se alla domanda di una possibile conduzione in tandem del partito gli animi si sono decisamente raffreddati.
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