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Categories: Salute

Primario dona un costoso apparecchio all’ospedale in cui lavora

Un medico primario ha donato un’apparecchiatura da 72mila euro all’Ospedale di Ravenna, e grazie a questo gesto di generosità tutti i pazienti potranno usufruire del Fibroscan, che consente di evitare l’utilizzo della biopsia nell’analisi del fegato. ”Noi siamo medici quindi la nostra passione per il lavoro è la persona”, ha raccontato il direttore nel commentare il suo gesto di solidarietà che ha compiuto emulando suo padre, anch’egli medico e fautore di un atto simile in passato.

Il primario del reparto di malattie infettive dell’Ospedale di Ravenna, Paolo Bassi, ha raccontato la vicenda che lo ha visto protagonista come donatore di una innovativa apparecchiatura di diagnosi a favore della struttura in cui presta servizio.

Il direttore sanitario del reparto malattie infettive ha speso oltre 72mila euro nel 2013 – grazie all’eredità che suo padre gli ha lasciato alla morte – per comprare il Fibroscan, per permettere ai medici dell’Ospedale di Ravenna, in cui lavora, di evitare dolorose e invadenti biopsie necessarie per le analisi del fegato: ”Mi ero stufato di veder ‘bucare’ tutti i giorni dei fegati. Sapevo di questa tecnologia avanzata che sostituisce la biopsia e ho deciso”, ha raccontato il 58enne Paolo Bassi, che in questo modo ha voluto anche ricordare quanto fatto dal genitore negli anni ’50: ”Mio padre Antonio era il direttore del dispensario di Ravenna. Nei primi anni ‘50 acquistò un apparecchio radiologico portate a sue spese, per poter seguire i suoi pazienti tubercolotici e mi è sembrato giusto continuare la tradizione”.

Il Fibroscan dell’Ospedale di Ravenna è l’unico in Romagna, e permette una diagnosi ‘in diretta’, cioè una valutazione del danno all’organo in poco meno di quindici minuti, fatto che sicuramente permette anche un grande risparmio di tempo. Grazie a una convenzione con l’Ausl, il Fibroscan potrà essere prenotato i tutti gli ospedali della Romagna. Un vantaggio per i pazienti, che possono così evitare di sottoporsi al doloroso intervento di biopsia, ma un vantaggio anche per l’azienda ospedaliera che spende meno per effettuare analisi più precise e indolore con apparecchiature tecnologicamente molto avanzate.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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