Filippo Cardelli, classe 1998, è un “ex” difensore della Primavera della Lazio che dopo un brutto infortunio al ginocchio avrebbe dovuto riprendere la sua vita da calciatore delle giovanili biancocelesti ma invece sul suo profilo Facebook da l’addio al calcio: “Lascio perché sinceramente questo non è più lo sport di cui mi sono innamorato da bambino“.
Sono parole vere e sincere quelle di un ragazzo che ha fatto anni di sacrifici ma che alla fine non riesce a raggiungere quel sogno che lo ha portato fino alla Primavera della Lazio, manca cosi poco eppure sempre cosi lontano l’obiettivo di Filippo Cardelli che su Facebook scrive:
“Dopo 10 anni di sacrifici lascio il calcio. Ci tengo a chiarire che non ho avuto nessuna divergenza con l’allenatore come è stato scritto, anzi il mister è sempre stato onesto con me. Lascio perché sinceramente questo non è più lo sport di cui mi sono innamorato da bambino. Non vedo che senso abbia giocare nella Lazio Primavera e essere circondato da stranieri, e non solo, essere trattato pure come una merda, dopo tutti i sacrifici che ho fatto”.
Filippo continua il suo sfogo che è reale. I calciatori italiani sono poco valorizzati: “Finché si tratta di rinunciare agli studi, agli amici, alle ragazze, è tutto accettabile perché ho un sogno, e il mio sogno viene prima di tutto. Ma quando ti senti dire che dopo un crociato rotto non sei sicuro di avere le cure della società perché non hai il contratto, quando non puoi mangiare a Formello nei giorni di doppia seduta perché non hai il contratto, quando non puoi andare in palestra a migliorarti perché non hai il contratto, quando non ti pagano la visita medico agonistica perché non hai il contratto, ti cascano le palle e rimangono per terra. Ed ovviamente gli stranieri hanno il contratto e guadagnano anche tanto… Non ho mai giocato a calcio per i soldi ma solo per la felicità di far parte di un gruppo di amici che lottano per un obiettivo comune, ho giocato a calcio per il desiderio di poter dire “cazzo ce l’ho fatta”, sono arrivato. La Serie A è piena di stranieri, il calcio degli italiani è morto, e sinceramente se devo essere trattato come uno straniero in patria preferisco andarmene”.
E poi il difensore italiano chiude con una stoccata all’organizzazione del calcio italiano mentre scrive che vuole volare verso gli Stati Uniti per riscoprire un calcio più pulito: “un consiglio da chi l’ha vissuto da dentro: non andate allo stadio, non comprate gli abbonamenti tv, perché è tutto finto. Che enorme tristezza”.