NanoPress intervista Elisa Greco, autrice dei ‘Processi alla Storia’, un ciclo di spettacoli teatrali in scena al Teatro Carcano di Milano, che si prefigge l’obiettivo di raccontare – e giudicare – la vita di alcuni personaggi del cinema, della letteratura e della politica, grazie alla collaborazione di esperti che, di volta in volta, indossano i panni dell’accusa e della difesa. Bettino Craxi, Marilyn Monroe, Oriana Fallaci e Josef Radetzky sono i quattro ‘imputati’ per la stagione 2016-2017, inaugurata lo scorso ottobre. Tra i professionisti che hanno preso parte alle rappresentazioni Claudio Martelli, Melania Rizzoli, Anna Maria Bernardini De Pace, Nancy Dell’Olio, Cinzia Sasso.
Dove nasce l’idea di portare in scena questi ‘processi alla storia’?
L’idea è nata diversi anni fa, siamo già alla sesta edizione. Il progetto ha una lunga storia, una lunga genesi e nasce da un insieme di passioni: la passione per la storia, ma soprattutto per una narrazione che sia diversa e che si unisca ad una passione anche per la legge.
L’idea di coinvolgere gli addetti ai lavori, quindi gente che conosce le carte, che sa leggerle e che magari ha un’idea abbastanza precisa, è un limite o invece è una risorsa per alimentare il dibattito?
E’ proprio una risorsa, è voluto. La scelta degli addetti ai lavori, dei professionisti che interpretano se stessi è voluta perché non è una rappresentazione teatrale, ma un appuntamento teatrale dove i professionisti vanno a braccio: non si incontrano prima, non fanno prove, ognuno interpreta se stesso.
Come riuscite a coordinare la verità storica con quella giudiziaria?
Si parte da un dato giudiziario, cioè le carte d’accusa e l’imputazione. Nel caso di Bettino Craxi, ad esempio, il focus si chiama ‘La politica di Bettino Craxi’ e i capi di imputazione riguardano la sua politica. Facciamo un’analisi storica di quanto è avvenuto.
Come sceglie i personaggi?
Ognuno di noi ha le sue luci e le sue ombre, questi grandi personaggi sono persone con le loro luci e con le loro ombre e allora è utile e stimolante far risaltare gli aspetti umani. Ci sono tante possibilità di approfondimento, di approccio nei confronti dei singoli personaggi. Qualcuno avvince di più per la sua storia umana, personale; qualcun altro prende e avvince per le scoperte scientifiche, per i suoi risultati, per i cambiamenti che ha dato all’umanità, alla storia. Sono tanti aspetti completamente diversi e allora è bello non solo discuterne in palcoscenico e sentire le varie posizioni, ma anche cogliere la partecipazione e le reazioni del pubblico.
Come reagisce il pubblico?
Cade la barriera tra palcoscenico e platea, è uno scambio di sensazioni e di opinioni, di pareri, e il giudizio è immediato: il pubblico vota, cioè sceglie una tesi o l’altra, e si lascia convincere dal contraddittorio.
Quanto tempo tempo richiede la preparazione dello spettacolo?
La rappresentazione sembra apparentemente casuale perché voglio che abbia la leggerezza della apparente improvvisazione, in realtà c’è dietro un profondissimo studio. Devo prima individuare i personaggi e trovare un filo che li lega. Poi devo trovare chi fa cosa e far nascere un dialogo mediato fra le parti, dopodiché i professionisti si preparano con grandissimo impegno.
Come reagisce il pubblico in sala?
Il pubblico partecipa, ma non è solo un pubblico applaudente, è proprio partigiano, si divide. L’anno scorso, sempre qui al Teatro Carcano, con Napoleone Bonaparte, la differenza è stata di 14 voti ed è stato chiesto di ricontare le palline perché dispiaceva da un lato e dall’altro.
C’è un processo alla storia che non è stato ancora fatto che invece sarebbe giusto fare perché degno di nota?
Sì, sono tanti e per alcuni il periodo dei novanta minuti di palcoscenico è anche breve.
Ad esempio?
Sarà il tema di uno dei miei prossimi spettacoli dell’anno prossimo.
Guardando il cartellone di quest’anno, i personaggi – Craxi, Monroe, Fallaci, Radetzky – sono tutti abbastanza controversi e sono stati spesso rappresentati in film, fiction televisive o al cinema. Cosa non è stato ancora detto?
L’analisi della loro vita, che qui facciamo mostrando luci e ombre dal vivo, a braccio, in una situazione che è di per sé irripetibile.
Photo Credits: Marina Alessi