Il processo per la morte di Stefano Cucchi arriva in Cassazione. Dopo la sentenza d’appello che ha assolto i sei medici e i tre infermieri dell’ospedale Sandro Pertini e i tre agenti di polizia penitenziaria, il Procuratore Generale della Cassazione, Nello Rossi, ha chiesto l’assoluzione per gli infermieri e gli agenti ma non per i medici per i quali ha chiesto un nuovo processo, in accoglimento del ricordo del Pg di Roma, Mario Remus, con l’accusa di omicidio colposo. Nella sua requisitoria, il pg è stato chiaro: “Le violenze su Stefano Cucchi ci sono state, inevitabilmente” e sono avvenute “mentre lui era a disposizione delle autorità”.
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Il procuratore ha parlato davanti alla V sezione penale della Corte di Cassazione di Roma, dove è iniziato l’ultimo atto del processo per la morte del geometra romano, avvenuta una settimana dopo il suo arresto per possesso di droga il 15 ottobre del 2009, nell’ospedale romano. In appello, a maggio 2014, tutti gli imputati sono stati assolti, ma la morte di Stefano non può rimanere impunita.
Nella sua requisitoria, il pg Rossi ha chiesto proprio questo ai giudici, di “non mettere una sorta di pietra tombale sulle cause della morte di Stefano Cucchi perché si formerebbe una sorta di improprio giudicato sulla inconoscibilità del decesso”. Il punto chiave rimane ancora lo stesso: le cause della morte non sono ancora state chiarite. Di certo, Stefano subì violenze e accadde mentre era sotto la custodia dello Stato, in caserma, in prigione e in ospedale.
Il riferimento fondamentale della requisitoria è il nuovo processo bis che si aperto a Roma e che vede imputati cinque carabinieri. “Non si deve essere ciechi e sordi” di fronte ai nuovi “sviluppi investigativi”, ha aggiunto il procuratore generale. “Sono molti gli elementi che ci fanno capire che c’è stata una azione violenta prima dell’ingresso nei sotterranei di piazzale Clodio”, ha ricordato Rossi.
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“La sentenza d’appello non indica mai i parametri e cade in contraddizioni che lasciano sconcertato anche l’uomo della strada”, ha rilevato il pg in uno dei passaggi fondamentali della sua requisitoria. Per i tre agenti di polizia penitenziaria, è stata chiesta la conferma dell’assoluzione perché gli elementi sono insufficienti. Diverso il caso dei 5 medici per cui è stata richiesta l’annullamento dell’assoluzione e un nuovo processo. I referti stilati all’ingresso nella struttura protetta dell’ospedale romano “devono essere considerati come un capitolo clamoroso della sciatteria e trascuratezza della assistenza riservata a Cucchi al Pertini”, dice il pg.
Si deve ora “far luce su tutti i punti oscuri” riguardo la morte del giovane ed è per questo che il procuratore ha sottolineato la necessità di “cercare altrove la verità”, riferendosi ai nuovi accertamenti ora in corso. “Non c’è dubbio che le violenze a Stefano Cucchi siano avvenute mentre lui era a disposizione delle autorità. Questi comportamenti di violenza vanno ricercati e approfonditi in ogni modo”, ha concluso.
Per la famiglia Cucchi, e in particolare per la sorella Ilaria Cucchi, la requisitoria del procuratore ha una grande valenza. “Sento per la prima volta parlare di violentissimo pestaggio e viene da chiedermi come c’entra questo con la caduta nominata nella perizia. Qualcuno oggi dovrebbe delle scuse“, ha commentato al termine della requisitoria. “Quello che spero è che si faccia chiarezza sugli aspetti medico-legali e su quanto consulenti della procura e periti della corte abbiano segnato le sorti di sei anni di processo per la morte di mio fratello”.
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