E’ iniziato il processo che vede lo scrittore napoletano Roberto Saviano imputato per aver scritto sui social alcuni post contro il politico Matteo Salvini, oggi vicepresidente del governo Meloni. I fatti risalgono al giugno del 2018 in cui il leader leghista veniva descritto come il ministro della mala vita.
Si è tenuta oggi la prima udienza del processo contro lo scrittore noto per essere minacciato dalla camorra contro il leader leghista. Il giudice ha aggiornato il processo al prossimo 1 giugno quando verrà ascoltato in tribunale Matteo Salvini.
Questa mattina è iniziato ufficialmente il processo che vede come imputato lo scrittore campano per avere insultato tramite alcuni post sui social il politico Matteo Salvini.
“Sono fiero di essere imputato in questo processo, perché mi è data la possibilità di testimoniare e di non voler permettere a leader di partito e ministri di blindare la possibilità di critica, fosse anche un grido”.
Queste le parole di Saviano rilasciate in aula questa mattina durante la prima udienza presso il tribunale di Roma che lo vede imputato. Lo scrittore, ha anche aggiunto di avere un processo in corso con Giorgia Meloni e una causa civile con Gennaro San Giuliano, ministro della cultura.
Tre esponenti politici appartenenti tutti allo stesso governo, chi per un motivo, chi per un altro, contro lo scrittore di Gomorra.
La prima udienza questa mattina è andata. Pochi minuti in cui è stato ascoltato Roberto Saviano nelle vesti di imputato, accusato di aver diffamato nel giugno del 2018 il vicepresidente del consiglio Matteo Salvini.
Lo scrittore, difeso dal legale Antonio Nobile, ha accusato il leader leghista di essere intollerabile per i modi di relazionarsi con il Sud del Paese:
“Cancellare la scorta significava cacciarmi dal Paese, esattamente come auspicato, dopo le elezioni che hanno visto nascere quest’ultimo governo, da migliaia di loro simpatizzanti”.
Sono queste le parole dichiarate dallo scrittore replicando di sentirsi fiero di essere imputato. La seconda udienza del processo è fissata per il prossimo 1 giugno.
Nel frattempo fra i testi chiamati in aula dallo scrittore di Gomorra, a prendere le sue difese ci sono Matteo Piantedosi, ministro dell’interno, per riferire le iniziative circa il suo regime di protezione al quale è sottoposto dal 2007; Ricardo Gutierrez, segretario generale della Federazione europea dei giornalisti e Oscar Camps, fondatore e presidente di Open Arms.
Il giudice del tribunale di Roma, nel frattempo, deciderà chi ascoltare tra questi nella prossima udienza tra 4 mesi esatti.
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