Il processo che vede imputato a Roma lo scrittore Roberto Saviano con l’accusa di diffamazione nei confronti dell’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stato aggiornato al 27 giugno. Nel mentre, però, il giudice ha deciso di respingere la richiesta di Matteo Salvini di essere inserito nel processo come parte civile.
Il processo Meloni Saviano nasce da una vicenda che risale al 2020 quando, lo scrittore, ospite di un programma di La7, ha utilizzato la parola bastarda riferendosi alla premier. Nello specifico, lo scrittore napoletano parlava di politica migratoria e ad uno specifico caso che riguardava un bambino di sei mesi della Guinea che non è riuscito ad arrivare a Malta vivo nonostante lo abbiano salvato dall’annegamento. Dopo aver sentito l’appellativo utilizzato nella trasmissione Meloni ha deciso di querelare per diffamazione il noto artista che ha sempre invece affermato di aver detto una parola forte ma contestualizzata in un determinato discorso che riguardava la morte infantile e in quel momento riguardo alle specifiche vicende trattate era ciò che pensava. Ha calcato inoltre molto la mano sul fatto che lui è costretto a rispondere delle sue parole mentre lei non è mai tenuta a farlo.
La vicenda risale al dicembre 2020 quando Roberto Saviano ospite al programma de La7 Piazza Pulita ha cominciato, con il conduttore, una discussione riguardo l’immigrazione e nello specifico il caso di un bambino di sei mesi originario della Guinea che è morto nel Mediterraneo senza riuscire ad arrivare nel porto di Malta. Il bambino si trovava insieme ad altri migranti e, nonostante il salvataggio sia riuscito, dato che la loro imbarcazione era affondata e sono stati recuperati, lui non è riuscito ad arrivare vivo a Malta dove avrebbe ricevuto le cure per poter sopravvivere. Da questo discorso è nato poi l’argomento dei porti sicuri in Italia e l’attenzione si è spostata su diversi politici e anche sulla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, all’epoca all’opposizione, e Saviano l’ha definita con la parola bastarda.
Questo non e andato giù all’attuale presidente del Consiglio che ha presentato una querela ufficiale per diffamazione nei confronti dello scrittore. Le parole pronunciate dall’autore di Gomorra sono state inerenti all’episodio e all’accaduto specifico e più precisamente Saviano ha detto testuali parole: “Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle Ong: ‘taxi del mare’, ‘crociere’… viene solo da dire bastardi. Meloni, Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così? È legittimo avere un’opinione politica ma non sull’emergenza”.
Il discorso di Saviano era centrato sul disappunto inerente le azioni compiute da alcuni politici tra cui appunto Meloni. La prima udienza del processo si è tenuta al 15 di novembre ed è durata pochi minuti e dopodiché l’avvocato della premier Meloni aveva fatto sapere della possibilità di ritirare la querela, nonostante l’appellativo utilizzato da Saviano nei confronti della politica aveva tutte le caratteristiche per essere punito per diffamazione.
La seconda udienza, ovvero quella In programma per il 12 dicembre, ha avuto una risposta in merito alla richiesta avanzata dalla difesi di Salvini di costituirlo parte civile all’interno del processo Meloni Saviano.
Il giudice monocratico di Roma ha respinto la richiesta di Matteo Salvini di poter costituirsi come parte civile nel processo che vede Saviano accusato di diffamazione da parte dell’ex premier Meloni. il giudice ha accolto la richiesta dell’avvocato AntonioNobile, legale difensore di Saviano, che aveva per l’ appunto richiesto la non ammissibilità di Salvini a parte civile. Ha quindi spiegato che: “non si può ritenere Salvini danneggiato dalla condotta che vede Meloni parte offesa e quindi non è ammissibile la costituzione di parte civile in questo procedimento’’.
Nobile aveva difatti sotenuto in aula la seguente tesi in merito: “la richiesta di costituzione di parte civile del ministro Salvini non va ammessa, non avendo presentato querela è un soggetto estraneo rispetto all’imputazione così come formulata”.
La difesa di Saviano ha inoltre richiesto di poter ascoltare in aula molto politica in quanto è necessario per capire la politica migratoria, che si stava attuando in quel momento, e capire a cosa era rivolta la critica mossa dallo scrittore, tenendo presente che si tratta di un’opinione personale. Il giudice non si è sbilanciato sul fatto che verranno ascoltare altre parti in aula il 27 giugno ma ha soltanto confermato la presenza dei rappresentanti di Amnesty International Italia che saranno presenti e parleranno all’udienza del processo.
Lo scrittore Saviano ha dichiarato al termine dell’udienza che: “É stata un’udienza importante: Matteo Salvini non sarà parte civile, probabilmente temeva di essere messo in ombra dal presidente Meloni e quindi e’ andato in rincorsa per cercare di partecipare a questo processo ma non ci sarà. Altra questione importante e’ che Giorgia Meloni non sarà testimone in questo processo, è incredibile, non è stata chiamata ne’ dal PM ne’ dalla parte civile e io mi ritroverò a dover rispondere alle accuse senza la possibilità del confronto con il primo ministro che probabilmente teme una debolezza in questo processo”.
I cronisti hanno poi chiesto allo scrittore se oggi avrebbe riutilizzato le stesse parole e la sua risposta è stata: “Assolutamente sì. Utilizzerei ancora quel termine dinanzi a quelle immagini con la morte di un bambino in mare” Ha precisato imbattuta finale che: “Il clima di odio che si è creato e tuttora si crea contro chi sta salvando vite in mezzo al mare lo tutelerò sempre. Tutelerò quelle persone che salvano vite in mare e sempre cercherò di smontare questo tiro al bersaglio contro le Ong e contro chi salva delle vite”.
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