Le condanne sono confermate. I giudici supremi della quarta sezione penale della Cassazione, presieduta da Fausto Izzo, ha rigettato i ricorsi presentati nell’ambito del giudizio di rinvio dai difensori dei sei imputati, l’ad Harald Espenhahan e i manager Gerald Priegnitz, Cosimo Cafueri, Giuseppe Salerno, Daniele Moroni e Marco Pucci, condannati nel processo di appello bis per il rogo alla Thyssen, nel quale nel dicembre 2007 morirono 7 operai, celebrato dopo che le sezioni unite della Cassazione avevano confermato la colpevolezza degli stessi per omicidio colposo, ma annullando una parte della sentenza dell’appello riguardo a una circostanza aggravante.
Il procuratore generale in Cassazione aveva chiesto l’annullamento delle pene inflitte finora, con rinvio della sentenza. I familiari delle vittime hanno accolto la richiesta urlando: ”Venduti”.
LE VITTIMELa quarta sezione penale della Cassazione avrebbe dovuto decidere se confermare o meno le condanne ai sei imputati nel processo per il rogo nello stabilimento Thyssen di corso Regina Margherita a Torino, scoppiato la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, nel quale morirono sette operai, nell’arco di 25 giorni: Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino e Antonio Schiavone.
LA STORIA DEL PROCESSO IN BREVE Sei dirigenti dell’acciaieria sono stati posti sotto processo, ossia l’amministratore delegato di Thyssen, Harald Espenhahn, i dirigenti Marco Pucci e Gerald Priegnitz, il membro del comitato esecutivo dell’azienda Daniele Moroni, l’ex direttore dello stabilimento Raffaele Salerno e il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri. In Appello cadde l’accusa di omicidio volontario, derubricata a omicidio colposo aggravato dalla colpa cosciente. Il 24 aprile 2014 i giudici della Cassazione hanno confermato la responsabilità degli imputati ma annullato una parte della sentenza di Appello, ordinando ai giudici torinesi di ricalcolare le pene.
L’APPELLO BIS
Nel processo d’Appello bis chiuso il 29 maggio 2015, le pene sono state ridotte. Espenhahn è stato condannato a nove anni e otto mesi, con uno “sconto” di due mesi; Pucci e Priegnitz a sei anni e dieci mesi (sette anni), Moroni a sette anni e sei mesi (nove anni), Salerno a otto anni e sei mesi (pena ridotta di due mesi), Cafueri a sei anni e otto mesi (otto anni). La Cassazione doveva decidere se confermare queste pene, e non lo ha fatto. Già chiusa, invece, la contesa che riguarda i risarcimenti: ai famigliari delle vittime ThyssenKrupp ha pagato 13 milioni; altri 4 sono andati alle altre parti civili. L’acciaieria di Torino, dopo l’incidente del 6 dicembre 2007, non ha mai più riaperto.
LA CASSAZIONE
ll sostituto pg della Cassazione, Paola Filippi, ha chiesto di annullare le condanne per tutti e sei gli imputati del processo Thyssen, per rideterminare le pene per i reati di omicidio colposo plurimo e per rivalutare il ‘no’ alle attenuanti per quattro degli imputati. In buona sostanza ha chiesto un terzo processo di appello. Le condanne invece sono state alla fine confermate.
LA REAZIONE DEI FAMILIARI
Alcune madri, sorelle e moglie sono scoppiate in lacrime. Altri hanno gridato ‘venduti’ all’indirizzo dei giudici: “Siete dei venduti vergognatevi, non c’è giustizia per i nostri morti. Una vergogna“, sono state le urla dei parenti. “Le richieste della procura sono per noi tutti un fulmine a ciel sereno e lo stesso vale per il rischio che i due imputati tedeschi, che sono poi i principali responsabili del rogo alla Thyssen, possano scontare in Germania una pena dimezzata“, ha invece commentato Antonio Boccuzzi, operaio superstite del rogo alla Thyssen e deputato del Pd, commentando le richieste del pg della Cassazione, Paola Filippi, e le dichiarazioni delle difese degli imputati sulla possibilità di espiazione della pena in Germania. “Sarebbe paradossale – ha proseguito Boccuzzi – che l’amministratore delegato di Thyssen, che in primo grado era stato condannato per omicidio volontario, adesso possa ottenere in Germania una pena addirittura inferiore a quella degli altri coimputati italiani“.
COLPEVOLI CONSEGNATI IN CARCERE
Il giorno dopo la sentenza la procura generale di Torino ha emesso gli ordini di carcerazione per i quattro italiani condannati per la morte dei sette operai della Thyssenkrupp. Marco Pucci e Daniele Moroni, dirigenti della Ast-Acciat Speciali Terni, si sono consegnati in questura a Terni poco dopo le 9,30 e, al termine delle formalità di rito, sono stati condotti nel carcere ternano di Vocabolo Sabbione. Anche il torinese Raffaele Salerno si è presentato in commissariato, nel capoluogo piemontese, dove sono in corso le pratiche per il trasferimento in prigione. Per i due imputati tedeschi si seguirà una procedura differente.
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