Romano Prodi torna a parlare di politica e di Europa sottolineando come oggi “gli operai guadagnano 200 volte in meno dei manager e nessuno fa nulla”. L’ex Presidente del Consiglio ha toccato diversi argomenti nel corso della presentazione del libro “Il valore di tutto” di Mariana Mazzucato avvenuta a Bologna. Come riporta Repubblica, l’ex premier ha indicato nell’enorme divario tra lavoratori e manager uno dei gravi problemi del mondo del lavoro, stigmatizzando i partiti, specie di sinistra, che non si occupano del problema. “Oggi si tende a giustificare”, ha detto Prodi, sottolineando come ora i politici accettano “cose che 30 anni fa non avremmo minimamente accettato”.
Altro tema caro a Prodi è l’Europa. Lui che fu anche Presidente del Consiglio Europeo, punta il dito contro l’immobilismo delle stesse istituzioni europee, più impegnate ad autoconservarsi che altro, mentre “quando faceva politica la gente non era contro l’Europa”.
La ricetta per salvare l’Unione Europea è una sola: l’UE deve tornare a fare politica fin dalle prossime elezioni, previste il prossimo anno, che dovranno essere politiche e non l’occasione per “mandare i ‘trombati’ delle elezioni nazionali”.
L’ex premier auspica dunque un vero confronto tra il Partito Popolare europeo e una nuova entità politica che potrebbe nascere dall’unione dei socialisti, dei verdi e dei liberali, in modo che chiunque vinca abbia un mandato europeo, non nazionale.
L’UE ha bisogno di tornare alla politica anche perché come stanno le cose ora, “Cina e Usa ci massacrano”, ma lo deve fare come organismo unico. “L’Unione Europea è diventata impopolare perché il potere è passato dalla Commissione al Consiglio che rappresenta i singoli Paesi, e quando si passa ai singoli Stati chi comanda è il più grosso”, ha concluso.