I fatti risalgono allo scorso ottobre, quando Maria Luisa Finatti – docente di Scienze e Biologia all’Itis Marchesini di Rovigo – era rimasta vittima di una violenta aggressione perpetrata dagli alunni di una Prima superiore.
La professoressa ha annunciato di aver denunciato tutta la classe per i reati di lesioni personali, oltraggio e pubblico ufficiale, diffamazione a mezzo social e atti persecutori. La Finatti – che aveva ricevuto la solidarietà da tanti colleghi – ha ripercorso quei terribili momenti.
“Mi hanno sparato due volte, all’inizio e alla fine della lezione. Sono uscita piangendo, solo un allievo mi ha chiesto scusa. Denuncio tutti”.
A raccontare l’accaduto è Maria Luisa Finatti, docente di Scienze e Biologia all’Itis Marchesini di Rovigo, che l’11 ottobre scorso è rimasta vittima di una vile aggressione da parte di un gruppo di studenti dell’istituto veneto.
La docente, che era rimasta ferita a un occhio e alla testa, era stata colpita con una pistola ad aria compressa. Il tutto era stato ripreso con un cellulare e condiviso poi sui vari social, diventando ben presto virale su Tik Tok.
In una lunga intervista concessa a La Repubblica, la Finatti ha spiegato di aver denunciato i 24 alunni di quella Prima superiore, per difendere in primis la sua dignità e poi quella dei suoi colleghi, e in secondo luogo perché ritiene si sia oltrepassato un confine invalicabile.
La violenta aggressione ai danni della docente aveva sollevato numerose polemiche sul mondo scolastico e su quanto avviene, ogni giorno, in aula. Quello che forse desta nella vittima maggiore stupore sono state – come lei stessa racconta – le mancate scuse da parte dei genitori dei suoi alunni, che si sono schierati dalla parte dei figli.
“Lo reputo un fatto molto grave”
ha detto la Finatti in riferimento all’atteggiamento dei genitori.
In quella classe finita al centro delle polemiche la docente veneta non insegna più, eppure quando torna a scuola niente è più come prima. “C’è sempre una certa angoscia” ha raccontato.
Intanto per i 24 alunni della Prima superiore – uno solo aveva preso le distanze dall’aggressione, chiedendo scusa alla docente – i capi d’accusa sono lesioni personali, oltraggio e pubblico ufficiale, diffamazione a mezzo social e atti persecutori.
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