Avances via chat a una studentessa 16enne del liceo in cui insegnava: così un prof sarebbe finito sulle cronache dopo il racconto che la giovane avrebbe fatto ai genitori, spaventata dal pressing del docente. Attraverso Facebook, sarebbero stati ricostruiti i messaggi che le avrebbe inviato nel giugno scorso.
Guai per un insegnante di Liceo che, a Roma, avrebbe fatto avances a una studentessa di 16 anni. La giovane, allieva di una scuola in cui l’uomo, 35 anni, non insegnerebbe più, si sarebbe immediatamente rivolta ai genitori dando impulso alla denuncia.
In queste ore un caso si affaccia sulle cronache e riguarda il presunto caso di molestie ai danni di una studentessa minorenne da parte di un prof del suo Liceo.
La giovane, 16 anni, avrebbe subito ripetute avances dall’insegnante che, in varie occasioni, le avrebbe mandato messaggi in chat chiedendole un appuntamento e persino “interrogandola” sull’esito delle sue serate con gli amici.
35 anni, oggi quel docente non sarebbe più in servizio in quell’istituto ma si troverebbe in un’altra scuola, in costanza del terremoto che le rivelazioni della giovane e i riscontri via social avrebbero ormai innescato.
I genitori della ragazza sarebbero stati informati dalla stessa, riporta Repubblica, di condotte particolari del docente risalenti ad appena 5 mesi fa.
Il prof avrebbe mandato messaggi sempre più confidenziali alla studentessa nel giugno scorso, incassando la resistenza della giovane senza però demordere.
Le avrebbe scritto varie volte su Facebook invitandola persino a dargli del “tu”, una situazione a cui la 16enne avrebbe replicato dichiarando “non ci riesco”.
L’insegnante, in particolare, avrebbe scritto quanto segue suscitando la rabbia e l’indignazione della famiglia della studentessa e quelle di altri genitori: “Vieni con me a bere una birra“, e ancora “Ragazza, tu attenti alla mia vita“, “Vi siete divertite? Rimorchio?“.
In una occasione, il docente 35enne le avrebbe anche dato il suo numero di cellulare via chat. Condotte a cui i familiari chiedono di prestare attenzione invocando l’intervento dell’Ufficio scolastico della Regione Lazio e quello del Ministero dell’Istruzione.
Raggiunto dai microfoni di Repubblica, il professore 35enne avrebbe risposto sostenendo di non ricordare affatto alcun episodio simile, né il nome della studentessa minorenne coinvolta.
Una “amnesia” che, scrive il quotidiano, mal si sposerebbe con le tempistiche: quanto denunciato, infatti, risalirebbe ad appena 5 mesi fa. Poco dopo, alle domande dei giornalisti avrebbe chiuso con un “No comment”.
Secondo le ricostruzioni emerse, il docente avrebbe anche invitato la studentessa a una mostra e si sarebbe offerto di darle un passaggio in auto nel contesto di attenzioni che sarebbero apparse sempre più personali.
Le famiglie degli studenti ora chiedono non solo una presa di posizione da parte della scuola, ma anche un vademecum che, rivolto a tutti e anzitutto al corpo docenti, consenta di non perdere di vista il corretto comportamento da adottare verso gli alunni.
Una situazione ormai percepita come emergenza alla luce delle recenti cronache che portano alla luce episodi di tenore simile, talvolta sfociati in vere e proprie violenze di natura sessuale.
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