Dopo un interrogatorio serrato, durato tutta la notte, è stato fermato un collaboratore scolastico di Marcello Toscano, il professore di Melito (Napoli) trovato morto nel cortile della sua scuola lo scorso 27 settembre.
Al momento non sembrano essere chiari i motivi della violenta aggressione costata la vita all’insegnante di sostegno, ormai prossimo alla pensione e molto conosciuto in città anche per la sua attività di consigliere comunale.
L’omicidio del professore Marcello Toscano
Almeno 7 le coltellate inflitte a Marcello Toscano, il professore di sostegno trovato morto lo scorso mercoledì sera nel cortile della scuola in cui insegnava, la Marino Guarano di Melito, periferia nord di Napoli.
A rinvenire il cadavere dell’uomo è stato il figlio, allarmato dal mancato rientro a casa del padre. Il giovane è uscito a cercarlo. Quando ha avvistato l’auto del padre nel cortile dell’istituto scolastico, ha allertato le forze dell’ordine.
A quel punto i carabinieri hanno forzato il cancello e hanno scoperto il corpo senza vita di Toscano riverso in una pozza di sangue, nascosto dietro una siepe. Allertati i soccorsi, per il 64enne non c’era ormai più nulla da fare.
Sono quindi partite le indagini per un omicidio che fino a qualche ora fa è rimasto avvolto nel mistero, fino a quando non è arrivata la svolta.
La svolta nel caso: fermato un collaboratore scolastico
Dopo una notte di interrogatori serrati, è stato fermato un collaboratore scolastico della vittima. Sarebbe stato lui a uccidere a coltellate l’insegnante di Melito, molto conosciuto in città perché in passato aveva ricoperto la carica di consigliere comunale nel quartiere di Napoli.
Al momento è ancora mistero sul movente, anche se nelle scorse ore un collega del docente aveva ipotizzato che il professore potesse essere stato ucciso per una nota.
Gli inquirenti stanno anche indagando su una telefonata che Toscano avrebbe ricevuto la sera prima di essere ucciso e su un messaggio inviato a un collega, in cui il docente gli chiedeva come condividere la geolocalizzazione con un suo contatto telefonico.
L’ipotesi è che il professore si sentisse minacciato, o in qualche modo in pericolo, ma al momento le indagini non hanno dissipato i dubbi sulla vicenda. I militari dell’Arma stanno controllando le telecamere di sorveglianza presenti in zona, per capire se possano aver ripreso la fuga dell’assassino.
È plausibile – ma non ancora certo – che l’insegnante sia stato ucciso tra le 12 e le 12.30 di mercoledì mattina, mentre alunni e docenti stavano facendo lezione.