Enel reinventa una nuova vita per le sue centrali elettriche in dismissione grazie al progetto Futur-e. Attraverso un concorso internazionale di idee e progetti da finanziare, Enel mira alla riconversione dei suoi impianti sparsi dal Nord al Sud Italia, in un’ottica di recupero delle risorse, riciclo, innovazione e sviluppo sostenibile.
In totale sono ben 23 le centrali interessate dal progetto che Enel ha inteso riconsegnare al territorio trasformate, riconvertite, riqualificate. 23 centrali che per anni hanno contribuito in maniera sostanziale a fare la Storia del nostro Paese.
Dato il recente eccesso di offerta di elettricità, unito a un calo dei consumi sempre più evidente, e considerando anche l’inarrestabile aumento dell’utilizzo delle energie rinnovabili, Enel ha deciso di promuovere e sostenere con forza questa colossale iniziativa di chiusura di una parte delle sue centrali, volta a recuperare aree molto ampie progettandone nuovi usi alternativi. La riconversione degli impianti rappresenta dunque un’occasione concreta per tutti i territori interessati, che potranno in tal modo cogliere diverse e nuove opportunità di sviluppo e lavoro in un’ottica ecosostenibile.
LE 23 CENTRALI
La lista delle centrali elettriche e termoelettriche obsolete ormai chiuse che sono interessate da queste future trasformazioni e la loro localizzazione sono illustrate in maniera dettagliata sul sito di Futur-e di Enel. Nello specifico i siti si trovano ad Alessandria, Augusta, Assemini, Bari, Bastardo, Camerata Picena, Campomarino, Genova, Carpi, Giugliano, La Spezia, Larino, Livorno, Maddaloni, Montalto di Castro, Pietrafitta, Piombino, Porto Tolle, Porto Marghera, Portoscuso, Rossano, Termini Imerese, Trino – Leri Cavour.
UNA NUOVA VITA PER GLI IMPIANTI
Le idee e le proposte non mancano, ad esempio per la centrale Enel “Galileo Ferraris” di Trino (Vercelli) si parla della possibile creazione di un circuito automobilistico o anche della sede di un datacenter di qualche colosso dell’e-commerce.
Ma i progetti che saranno sottoposti alla Commissione Tecnica di Valutazione potranno riguardare gli ambiti funzionali più disparati: dai servizi e commercio all’agro-alimentare, al turismo naturalistico e culturale, passando per lo sport per arrivare al terziario innovativo.
Ad esempio a Montalto di Castro si pensa ad un possibile riutilizzo della struttura come stabilimento per assemblare auto, oppure di una riconversione dell’impianto in un grande centro commerciale.
Nel caso di Genova, invece, trattandosi di un edificio storico tutelato dalla Sovrintendenza per le belle arti, si ipotizza la realizzazione di un museo, un po’ come è accaduto a Londra con l’ex centrale elettrica di Bankside, trasformata nel 2000 nella “Tate Modern”, la galleria d’arte più visitata al mondo.
LE CENTRALI GIA’ RIQUALIFICATE
Le Centrali di Assemini in Sardegna, e Porto Marghera in Veneto, invece, sono state già state riqualificate. La prima, costruita nel 1992, composta da due unità turbogas alimentate a gasolio, aveva ricevuto una prima autorizzazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare a utilizzare l’impianto per una durata massima di 500 ore all’anno. Poi nel dicembre 2015 è stato recepito il nuovo Decreto Autorizzativo AIA, per cui la Centrale di Assemini può continuare a funzionare fino al 2020 grazie all’impiego di combustibile a basso tenore di zolfo e sistemi di riduzione di inquinanti nell’ambiente.
La seconda, ossia la Centrale Giuseppe Volpi di Porto Marghera, invece, è un tipo di impianto termoelettrico alimentato a carbone costruito nel 1926, ristrutturato negli anni 50 e in funzione fino al 2013.
Nel 2015 la Centrale di Porto Marghera è stata poi venduta a tre società già presenti nella zona industriale che utilizzano questi spazi per le loro attività di logistica portuale, carpenteria metallica e impiantistica.
LE CENTRALI IN VENDITA
Per ciò che concerne gli impianti in vendita, sono ancora in cerca di acquirenti quelli di Carpi (Emilia Romagna), entrato in esercizio nel 1980 ma chiuso dal 2013, Livorno e Camerata Picena. L’ex centrale termoelettrica Marzocco a Livorno (130.000 mq) potrebbe essere legata alla logistica funzionale e allo sviluppo del sistema portuale della città toscana di cui è parte integrante. Mentre l’impianto di 79.000 mq di Camerata Picena, che nel 2013 ha terminato l’uso delle unità turbogas, attende che venga acquistata e magari valorizzata anche in relazione alle attrattive naturalistiche della zona. Famose sono – infatti – le grotte sotterranee che vengono utilizzate nel corso dell’anno per ospitare mostre, presepi ed eventi culturali.
I BANDI CHIUSI
A proposito dei bandi di presentazione delle Proposte Progettuali già chiusi segnaliamo che per quanto riguarda la riqualificazione della Centrale di Rossano, in provincia di Cosenza, sono giunte ben sei proposte che ora saranno vagliate dalla Commissione Giudicatrice composta da esponenti delle istituzioni locali, Università degli Studi della Calabria, Politecnico di Milano ed Enel, ed entro la fine di dicembre 2016 si saprà quale progetto sarà finanziato.
RICONVERTIRE E VALORIZZARE
Appare dunque evidente che nell’ambito del progetto di riqualificazione degli impianti lanciato e sostenuto dal progetto Futur-e di Enel, il fine ultimo di tale innovazione non è solamente il riutilizzo di queste aree dismesse in chiave ecosostenibile, ma anche e soprattutto la valorizzazione di un patrimonio industriale fondamentale che arricchisce i territori nei quali si trovano, favorendo nuove e diverse opportunità di sviluppo proprio con la riconversione degli impianti e delle strutture esistenti.