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Promessi sposi 2.0, ovvero il capolavoro manzoniano come non l’avete mai visti. La mostra a Palazzo Morando (Milano), nata dall’idea del regista Duccio Forzano (e realizzata tra gli altri insieme a Massimo Bernardini) in collaborazione con il Comune di Milano, rappresenta un viaggio multimediale tra le installazioni di costumi di scena e materiale esclusivo dell’archivio Rai (che ha curato la realizzazione della motra insieme al Comune di Milano – Cultura e alla Penny Lane Production), con gli storici sceneggiati televisivi e le “interpretazioni più leggere” del Quartetto Cetra e del Trio Marchesini, Solenghi e Lopez. Il tutto in un’alchimia di linguaggi antichi e istantanei che propone una vera esperienza 2.0 del romanzo italiano più popolare del mondo: e per chi si chiede perché 2.0,sarà lo stesso Alessandro Manzoni a dare il benvenuto ai visitatori, spiegando in un video il perchè del 2.0.
Presentata oggi a Palazzo Morando – dove rimarrà in scena fino al 7 dicembre – la mostra multimediale “Promessi Sposi 2.0“, realizzata nell’ambito delle iniziative del palinsesto “Milano Cuore d’Europa” in occasione del semestre europeo. Ospite d’eccezione dell’incontro di presentazione l’attrice Paola Pitagora, che nel 1967 ha interpretato Lucia nello sceneggiato dei Promessi Sposi per la regia di Sandro Bolchi.
Nata da un’idea del regista Duccio Forzano (DiMartedì, Che Tempo che Fa) e realizzata dallo stesso Forzano insieme a Massimo Bernardini, Fabiana Giacomotti e Marina Messina, la mostra rappresenta un viaggio multimediale tra le installazioni di costumi di scena e materiale esclusivo dell’archivio Rai, con gli storici sceneggiati televisivi e le “interpretazioni più leggere” del Quartetto Cetra e del Trio Marchesini, Solenghi e Lopez.
“La mostra Promessi Sposi 2.0 – sottolinea il regista e curatore della mostra – nasce dal desiderio di creare un’alchimia tra linguaggi antichi e istantanei, di fare dell’innovazione tecnologica un linguaggio al servizio della letteratura e, in particolare, del romanzo storico più famoso e più letto tra quelli scritti in lingua italiana“.
L’idea è stata messa a punto insieme a Valentina Stangherlin, Eliana Manca e Donatella Damato con la collaborazione del giornalista Massimo Bernardini, dell’esperta di moda Fabiana Giacomotti e della Direttrice del Polo Musei Storici e Archeologici del Comune di Milano Marina Messina. “Si tratta – aggiunge Forzano – di un percorso multimediale, un ponte tra passato e futuro in cui si incrociano l’esposizione di autoscatti, i selfie, a tema manzoniano, pervenuti durante una campagna social promossa ad hoc, costumi di scena e materiali esclusivi delle Teche RAI, pavimenti ricoperti da i volti di tutti coloro che hanno partecipato alla videoinstallazione: quelle voci e quei volti di gente comune che Manzoni avrebbe definito la “moltitudine silenziosa”.
“L’intensità della storia della relazione tra Milano e i Promessi Sposi e’ grande e non si affievolisce con il tempo, come dimostra il costante affetto che la città ha tributato a questo capolavoro e al suo autore – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno – Tra l’altro, nel 2015 restituiremo, dopo un attento restauro, la Casa del Manzoni alla piena funzione pubblica, per offrire ai milanesi e ai visitatori dell’Expo una rinnovata proposta museale e un programma di iniziative legate alla letteratura di ieri e di oggi“.
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