Scoperta shock all’ospedale di Vicenza: alcuni medici e infermieri si dilettavano in prelievi dolorosi e con il maggior numero possibile di cannule. Vere e proprie gare all’ultimo buco, ai danni dei poveri pazienti malcapitati. Tutto era anche supportato da alcune chat, nelle quali medici e gli infermieri si vantavano dei risultati raggiunti. Al momento la vicenda ha portato a due richiami e sei ‘assoluzioni’. Ma la situazione promette di avere ulteriori evoluzioni.
La gara all’abuso di canule sui pazienti aveva anche un tabellario di punti che venivano assegnati in base al tipo di ago utilizzato: più l’ago era grosso (e quindi doloroso) e maggiore era il numero di punti ottenuti.
‘Come va la sfida grigi contro arancioni?’, chiede l’infermiere: ‘2 arancio 1 grigio. Il dottor… è a un prelievo senza cannula’, risponde in chat un collega. ‘Ma come, un prelievo senza cannula!! Deludente, deludente’, commentano gli altri professionisti in gara. Poi il messaggio del medico, entusiasta del suo colpo appena sferrato: ‘Infilato un arancio, or ora. Malfidati’. Ma la controparte subito replica: ‘Sì, ma il punteggio complessivo com’è? Se non ho capito male… 2 arancio e un grigio contro 1 arancio. Ci vuole un rimontone’. Ed ecco che arriva il colpo del recupero: ‘Lombosciatalgia, 3 vie in succlavia e vittoria a mani basse’, annuncia un altro infermiere.
Questi sono alcuni stralci dei dialoghi del terrore, riportati dal Giornale di Vicenza, il primo ad aver diffuso la notizia.
Tutto sembra essere nato per ‘ravvivare’ le lunghe giornate trascorse tra le corsie dell’ospedale di Vicenza. Il gruppo si è anche dato un nome ‘Gli Amici di Maria’ e ha creato tutta una serie di regole del ‘gioco’: vince chi utilizza il maggior numero di aghi o cannule; se quest’ultime poi sono di grosse dimensioni, il punteggio cresce. Peccato che tutto questo comportasse una maggior sofferenza per il paziente. C’era pure un tabellone sul quale venivano segnati i punteggi. Una gara organizzata nel minimo dettaglio.
Ad un certo punto però il gioco è andato troppo oltre e un medico ha deciso di confessare tutto al primario, Vincenzo Riboni. Subito viene avviata un’indagine interna all’ospedale, che si conclude con due richiami e sei ‘assoluzioni’.
Il Direttore Generale dell’Ulss 6 Vicenza, Giovanni Pavesi, ha spiegato che per verificare l’autenticità di quanto raccontato dal medico e identificare quanto di inappropriato fosse stato compiuto dal personale, sono stati incrociati date e orari della chat con le cartelle cliniche: ‘Non abbiamo trovato riscontro. Ciò nondimeno abbiamo aperto un procedimento disciplinare che si è concluso con rapidità, nei limiti di quelle che sono le prove raccolte. Abbiamo inoltre trasmesso tutta la documentazione agli Ordini Professionali competenti’.
Il primario, dal canto suo, ha dichiarato: ‘E’ stato solo un gioco e per fortuna tale è sempre rimasto. Nessuno ha fatto nulla di sbagliato e la salute e il benessere dei pazienti non sono mai stati compromessi. Rimane tuttavia un giudizio eticamente negativo di quanto è stato fatto, dal momento che simili gare non andrebbero né pensate né tantomeno messe per iscritto’.
Mentre il Direttore Generale dell’Ulss, Giovanni Pavesi, non minimizza affatto l’accaduto: ‘È una vicenda di estrema gravità, al di là del fatto che gli episodi siano effettivamente avvenuti o meno. Non appena ne siamo venuti a conoscenza ci siamo immediatamente attivati, portando avanti con determinazione una doppia azione’ e aggiunge: ‘Il mio pensiero va innanzitutto ai cittadini e in particolare a quelli che possono essere stati oggetto della vicenda, ai quali vanno le scuse di tutta l’Azienda’.