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Categories: Politica

Propose lo stupro per Laura Boldrini, sindaco leghista condannato: “Quel messaggio mi ferì”

Aveva proposto lo stupro per Laura Boldrini, ora Matteo Camiciottoli, sindaco leghista di Pontivrea (provincia di Savona) è stato condannato a una multa di20mila con la sospensione condizionale subordinata al pagamento del risarcimento dei danno entro un mese. Si è concluso così il processo che l’ex presidente della Camera ha voluto dopo un post diffamatorio in cui il primo cittadino proponeva di mandare a casa di Boldrini i responsabili dello stupro di Rimini così “magari le torna il sorriso”. “Quel messaggio mi ferì moltissimo. Dedico questa vittoria a mia figlia e a tutte le figlie d’Italia”, ha dichiarato Boldrini. Nel frattempo è arrivata la solidarietà al sindaco da parte di Edoardo Rixi, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Conte in quota Lega che ha lasciato il suo messaggio su Facebook a favore del primo cittadino.

Tutto nasce dal post di Camiciottoli a seguito della vicenda degli stupri di Rimini quando il primo cittadino augurò, sotto la foto di Guerlin Butungu, appena fermato, che Boldrini venisse stuprata: “Potremmo dargli gli arresti domiciliari a casa della Boldrini magari gli mette il sorriso, che ne pensate?”.

L’allora Presidente della Camera lo denunciò per diffamazione e ora il tribunale le ha dato ragione, condannando il sindaco leghista a una multa di 20 mila euro e 100 euro per ognuna delle associazioni costituitesi parti civili: Unione Donne Italiane, Differenza Donna, Se non ora quando, Donne in rete e Centro per non subire violenza.

Camiciottoli inoltre dovrà pagare le spese processuali di 3.500 euro per Boldrini e 1.980 euro per ognuna delle cinque associazioni; il pm Chiara Venturi aveva chiesto 8 mesi di reclusione. Il sindaco ha annunciato che ricorrerà in appello.

“Quel messaggio mi ferì moltissimo come donna perché mi si augurava qualcosa di ripugnante. Mi preoccupava come madre, perché sapevo che mia figlia l’avrebbe letto. Mi indignava come politico, perché mi indicava come mandante morale dello stupro di Rimini. E mi offese come rappresentante delle istituzioni, perché io in quel momento ero la terza carica dello Stato e a offendermi era un sindaco”, ha dichiarato Boldrini in Aula.

“Ho visto augurare stupri agli avversari politici in Bosnia e in Ruanda, ma lì c’era la guerra Non posso pensare che si possa intimidire allo stesso modo una donna in un Paese del G8”, ha aggiunto.

Boldrini ha poi chiarito la sua posizione sul tema immigrazione. “Stampa e avversari politici hanno più volte affermato che io in qualche modo sia responsabile della cosiddetta ‘immigrazione incontrollata’. Ma io non ho mai parlato di ‘porte aperte’, questa è una mistificazione. Voglio chiarire la mia posizione una volta per tutte: io sono una donna delle istituzioni, e credo si debbano seguire la Costituzione e la legge. La legge dice che chi vuole chiedere asilo politico deve poterlo fare; allo stesso modo dice che chi entra illegalmente sul territorio senza permesso di soggiorno va espulso. Questa è la mia posizione: chiunque me ne attribuisce un’altra mi diffama”.

In Aula ha parlato anche Camiciottoli che ha difeso il suo post in cui, a suo dire, non ci sarebbe “nessun invito allo stupro, ma solo una contestazione politica”. “Non inciterei mai allo stupro nella mia vita, anzi ritengo che per gli stupratori occorra l’ergastolo. Volevo solo fare una critica politica: se lei è così favorevole a una immigrazione incontrollata, che include anche i delinquenti, allora forse ospitarli le avrebbe fatto piacere”, ha precisato, chiarendo che il suo sarebbe stato un “sorriso politico”.

Le polemiche però non si placano anche perché è arrivato il post del viceministro Rixi a soffiare sul fuoco. “Solidarietà a Matteo Camiciottoli, sindaco della Lega a Pontinvrea, oggi condannato nel processo con la ex presidente della Camera Boldrini (quella delle “risorse” che ci pagano la pensione, ricordate?). Forza sindaco! Il lavoro che fai ogni giorno per i tuoi concittadini dimostra che persona per bene sei, più di mille sentenze di qualsiasi tribunale”, ha scritto su Facebook il membro del governo.

Lorena Cacace

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