Osserviamo adesso il quadro normativo attuale, tenendo presente che l’utilizzo dello smart working è volto a garantire una miglior conciliazione tra la vita privata e la vita lavorativa dei dipendenti, ora che l’emergenza pandemica è finita.
Prorogato lo smart working nel settore privato per specifici lavoratori. Non si sa ancora nulla in merito per quel che concerne il pubblico.
Lavoratori fragili e genitori con figli fino a 14 anni nel settore privato potranno continuare ad usufruire dello smart working fino al 31 dicembre 2023, grazie ad un emendamento approvato dalla commissione Affari sociali del Senato.
Paola Mancini (FdI), relatrice del provvedimento, ha confermato la notizia. La Commissione si è riaggiornata per concludere le votazioni sugli altri emendamenti al decreto lavoro alle ore 11.30 dell’8 giugno.
Per i lavoratori che sono considerati fragili o per i genitori con figli fino a 14 anni di età, sarà offerta la possibilità di estendere il loro lavoro da casa fino al 31 dicembre 2023.
Tuttavia, ci sono ancora alcuni aspetti da definire, come la possibilità di estendere lo smart working anche al pubblico impiego, l’esenzione dei fringe benefit dagli oneri contributivi.
Da considerare anche la decontribuzione per le assunzioni delle badanti. Attualmente si sta attendendo il parere della commissione Bilancio su questi aspetti.
Una volta completata l’analisi del provvedimento, la commissione voterà il mandato al relatore e si prevede che il decreto sarà presentato in aula il mercoledì 14 giugno.
Osserviamo adesso il quadro normativo attuale, tenendo presente che l’utilizzo dello smart working è volto a garantire una miglior conciliazione tra la vita privata e la vita lavorativa dei dipendenti, ora che l’emergenza pandemica è finita.
Il governo ha deciso di prolungare la pratica dello smart working fino al 30 giugno per i lavoratori pubblici e privati che sono considerati fragili.
Inoltre, nel decreto legge Milleproroghe è stato stabilito il diritto al lavoro agile solo per i lavoratori del settore privato che hanno figli di età inferiore ai 14 anni.
Questa distinzione è stata introdotta dal governo.
L’obiettivo è di trovare le risorse necessarie per garantire l’estensione del diritto allo smart working anche ai genitori con figli under 14 che lavorano nel settore pubblico.
L’emendamento – presentato da diversi senatori italiani – mira a garantire un trattamento uniforme tra pubblico e privato, coprendo i relativi costi stimati in 18.660.000 euro per il 2023.
Tuttavia, ciò comporterebbe una riduzione corrispondente delle risorse del Fondo sociale per l’occupazione e la formazione.
Ciò potrebbe avere serie implicazioni per i programmi di sostegno all’occupazione e alla formazione finanziati dallo stesso fondo.
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