In caso di aumento dei contagi Covid, potrebbe arrivare la proroga per i soggetti fragili allo smart working: la decisione prima della scadenza del 30 settembre.
Una misura, che qualora dovesse arrivare, costerebbe circa 40 milioni. Con l’aumento dei contagi Covid delle ultime settimane infatti, prende piede l’ipotesi di una proroga di lavoro agile per i lavoratori a rischio in caso di contagio. Ma il tempo stringe, visto che la scadenza è fissata al 30 settembre e prima della risalita, da Palazzo Chigi non era filtrata alcuna ipotesi di proroga per lo smart che riguardasse i prossimi mesi. Lo scenario però potrebbe cambiare nelle prossime settimane.
I casi Covid aumentano in Italia (+44% nelle ultime settimane), e anche se come ricordato da Francesco Vaia nella fase in cui si trova il Paese il buon senso dei cittadini dovrà prendere il posto delle restrizioni e delle “misure”, delle novità in termini di smart working potrebbero ugualmente arrivare. In queste settimane, non tenendo conto della situazione Covid, filtrava la volontà da parte dell’esecutivo di agire tramite un graduale ritorno al lavoro in presenza, eccezion fatta per alcune categorie come i genitori di figli under 14 (tutte le novità e le ipotesi).
Adesso però gli scenari potrebbero cambiare, anche se il tempo stringe, visto che la scadenza per la maggior parte delle misure in merito – eventuali proroghe permettendo, è fissata al 30 settembre. E se saranno necessarie ancora altre misure lo dirà l’andamento dei contagi, che comunque non hanno ancora gravato sugli ospedali e sui ricoveri. L’incidenza rimane bassa, ma si alza l’attenzione sui soggetti fragili, da tutelare in questi casi come ha ricordato di recente il neo direttore della Prevenzione al ministero della Sanità Francesco Vaia.
Il lavoro agile come detto per i fragili del pubblico e del privato è però alle battute conclusive. Il 30 settembre è la dead line, ma adesso il quadro epidemiologico è cambiato. Secondo Marina Calderone e il ministero del Lavoro è presto per prendere decisioni, bisognerà dunque attendere i prossimi monitoraggio e i contagi nei prossimi giorni, con trend consolidati e dati più attendibili.
Stessa linea presa da dipartimento della funzione pubblica, che ha messo al corrente come le scadenze siano quasi alle porte e che una proroga verrà presa in esame solo nei prossimi giorni.
In caso di concessione di una proroga, il governo dovrà mettere sul tavolo tra i 30 e i 50 milioni, per andare incontro a chi esposto al contagio, soffrendo di determinate patologie, rischia di più. Sono circa 800mila i dipendenti tra privato e pubblico che hanno già sfruttato lo smart working in questo senso.
Ma cosa si intende per lavoratori fragili? Si tratta nel dettaglio di quella fascia di lavoratori affetta da tre o più patologia, tra le quali troviamo fibrillazione arteriale, scompenso cardiaco, e ancora fibrillazione arteriale, scompenso cardiaco, cardiopatia ischemica, ma anche bronco-pneumopatia ostruttiva cronica, obesità. Le patologie erano state rese note da un decreto del ministero del Lavoro insieme a quello della Salute nel 2022, durante il governo Draghi.
In ogni caso, qualora la proroga non dovrebbe arrivare, non è detto che tutti e gli 800mila lavoratori dovranno tornare in ufficio, a lavoro in presenza. Sarà comunque possibile accordarsi con i proprio datore di lavoro, dirigete incaricato, come previsto dal piano di organizzazione del lavoro dell’azienda o dell’amministrazione pubblica in cui prestano servizio, per trovare una soluzione che soddisfi il lavoratore qualora possibile.
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