Continuano le proteste alla Sapienza di Roma: la richiesta dei manifestanti tra corteo e cori al grido di “È tempo di cambiare rotta”.
“Non è possibile che in questa Università chi protesta viene trattato come un criminale“. Lo grida uno degli studenti dei collettivi della Sapienza durante le manifestazioni a Roma dopo gli scontri del 25 ottobre scorso.
Lo chiedono i manifestanti che nelle ultime ore si sono riversati tra le arterie della città universitaria per esprimere la loro protesta contro la carenza di fondi e l’assenza di spazi per lo studio.
Obiettivo maggiori risorse, tra le priorità sostenute dagli studenti dei collettivi de La Sapienza che si sono riuniti in corteo al grido di “È tempo di cambiare rotta”.
Cori, fumogeni e striscioni di protesta hanno incorniciato il corteo che avrebbe attraversato l’intera città universitaria della Capitale, dopo gli scontri del 25 ottobre scorso.
Non mancano denunce di un presunto clima repressivo nei confronti dei manifestanti, tra chi accende un faro sulle carenze del sistema e chi chiede un immediato confronto con la rettrice.
Alcuni collettivi ne avrebbero chiesto le dimissioni all’esito dei fatti di pochi giorni fa, relativamente agli scontri tra studenti e polizia.
Al centro della protesta anche la richiesta di “un’altra università” nel segno dell’antifascismo e maggiori garanzie a tutela della libertà di pensiero ed espressione, oltre che al diritto allo studio.
Non vogliamo solamente denunciare le cariche della scorsa settimana, vogliamo garanzie che questi fatti non si possano ripetere all’interno dell’ateneo
Queste e molte altre dichiarazioni nel corso del corteo delle ultime ore a Roma. Alcuni dei manifestanti punterebbero il dito proprio sulla rettrice che, sostengono, avrebbe responsabilità nei fatti del 25 ottobre scorso.
Durante la manifestazione dei collettivi, anche cori contro il precariato nel settore della ricerca, ma non è tutto: sul tavolo la richiesta di maggiori risorse per la ristrutturazione degli edifici universitari e per il sostegno da destinare agli studenti indigenti che non possono far fronte alle sempre più ingenti spese universitarie.
Non è possibile che in questa Università chi protesta viene trattato come un criminale
Queste le parole indignate di uno dei manifestanti, tra chi sottolinea l’assenza di sicurezza nei luoghi di studio e chi si sente ancora oggi inascoltato.
Quando abbiamo protestato hanno schierato la Digos come se fossimo criminali
Poche ore fa inoltre, riporta Ansa, circa 200 persone hanno messo su un flash mob contro la violenza di genere con un corteo transfemminista sempre nell’ambito delle manifestazioni in corso alla Sapienza di Roma.
Secondo quanto emerso poche ore fa, quella di Roma sarebbe solo la prima parte di una mobilitazione che si estenderà su scala nazionale dal prossimo 18 novembre. I collettivi puntano a portare la loro voce nelle le piazze italiane per chiedere al Governo di non pensare al merito e alla logica della produttività che “alimenta la competizione”, ma a investire sul diritto all’istruzione per tutti.
La corretta gestione del Sistema Tessera Sanitaria rappresenta un aspetto fondamentale per tutti gli operatori…
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…