Il protezionismo di Donald Trump rischia di essere un pericolo per l’economia italiana. Il presidente USA ha minacciato di mettere dazi doganali su alcuni prodotti UE e italiani, come la Vespa di Piaggio e l’acqua San Pellegrino, rischiando di mettere in ginocchio le esportazioni dell’Italia negli USA. L’export italiano negli Stati Uniti è una voce essenziale dell’economia nostrana, visto che gli States sono il terzo paese destinatario dei prodotti del Made in Italy.
La decisione di Donald Trump e il rilancio di una politica commerciale basata sul protezionismo arriva in un momento molto favorevole all’export italiano negli USA che nel 2016 ha registrato numeri da record: le esportazioni italiane negli Stati Uniti valgono circa 40 miliardi di euro, mentre il valore delle importazioni italiane dagli USA si aggira intorno ai 15 miliardi.
Esportazioni italiane negli USA
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Il rapporto tra importazioni in Italia dagli Usa ed esportazioni italiane negli Stati Uniti è a nostro favore e la tendenza è in aumento: il 2016, secondo il Dipartimento del Commercio USA, l’interscambio Italia-Usa ha visto l’ottavo anno consecutivo di crescita con un +2,7%. Il rapporto import-export è a favore di Roma ed è per questo che gli Stati Uniti tengono in “ostaggio” parte dell’economia italiana: colpire le merci italiane con dazi così alti, come vorrebbe fare Donald Trump, sarebbe un vero problema per l’Italia.
I dati ci dicono chele esportazioni italiane negli USA sono in forte e continua crescita e che il mercato americano è il più importante per il nostro paese fuori dall’UE: gli Stati Uniti sono infatti la terza destinazione a livello globale per l’export italiano, dietro solo a Germania e Francia, e la prima extra UE, come confermano le statistiche del Mise.
L’Italia nel 2016 ha importato merci negli Stati Uniti per un valore complessivo di circa 40 miliardi di euro, segno che il Made in Italy ha trovato nella terra di Donald Trump la vera America, per giocare un po’ con le parole.
I prodotti italiani più esportati
I prodotti italiani più esportati negli Stati Uniti non sono quelli enogastronomici, come potremmo pensare, ma è l’industria meccanica strumentale: seguono poi altri settori chiave del Made in Italy come il design, con i mobili a far da traino all’intero comparto, la moda e i prodotti enogastronomici. Un ruolo chiave è rappresentato dal vino: secondo i dati ICE, nel 2016 l’Italia è stata il primo fornitore di vino degli USA, con una quota di mercato complessiva del 32,4% e un export, che nel periodo gennaio-novembre 2016, ha raggiunto 1,65 miliardi dollari ed è cresciuto del 5,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Dazi doganali USA-Italia
A essere colpiti dai dazi paventati dal protezionismo di Donald Trump sarebbero quindi settori strategici per l’economia italiana. Non a caso si è fatto il nome della Vespa, simbolo della Dolce Vita italiana ed emblema dell’industria meccanica italiana che negli Stati Uniti ha il suo partner più forte. Come ricorda Repubblica, Brembo, storico marchio italiano di impianti frenanti, ha il 28% delle sue vendite in Nord America: come loro, anche le tantissime piccole-medie imprese di meccanica di precisione potrebbero affondare sotto i colpi dei dazi minacciati da Donald Trump.
Per di più, l’Italia non ha il peso economico per imporre dazi sui prodotti americani che vengono importati, rappresentanti in larga parte da farmaci, mezzi di trasporto e prodotti petroliferi, su cui sarebbe folle mettere ulteriori tasse per “ripicca” contro il protezionismo di Donald Trump.
Come abbiamo visto, la decisione del presidente degli Stati Uniti rischia di colpire al cuore l’economia italiana che vanta una bilancia commerciale in attivo soprattutto nel rapporto con gli USA: secondo gli ultimi dati Istat, aggiornati al mese di febbraio 2017, le esportazioni italiane negli States sono aumentante del +3,7% rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni dagli USA sono diminuite del -3,9%.
L’effetto Trump in Italia
L’Italia è più un paese che esporta (8° a livello mondiale) che un paese che importa (12° a livello mondiale) – fonte Osservatorio Economico Ministero Sviluppo Economico su dati FMI-DOTS feb. 2017. Secondo una simulazione di Prometeia, l’introduzione di dazi, come minacciato da Donald Trump, con tariffe doganali a livelli degli anni ’90, costerebbe caro alle imprese italiane con un danno da quasi 800 milioni di euro, il 2% degli attuali valori esportati negli USA.
È questa l’arma del ricatto del neo presidente USA: al grido “America First”, con il baluardo del protezionismo, Donald Trump rischia di mettere in ginocchio l’economia italiana. In pratica, Washington vuole punire i paesi che più guadagnano dall’export con gli USA, come l’Italia, solo perché abbiamo detto no alla loro carne trattata con ormoni. Una vera e propria ripicca.
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