Le prove Invalsi 2014 sono al centro delle polemiche da parte di chi opera nel campo della scuola. Sono state organizzate delle manifestazioni di dissenso nei confronti di alcune prove che vengono accusate di “mettere dei bollini” alle istituzioni scolastiche e agli insegnanti. C’è il disaccordo totale. Mentre 7 scuole su 10 cominciano a fidarsi di questi test, che ormai vengono proposti da molti anni, i rappresentanti delle sigle sindacali e degli studenti fanno sentire la loro voce di protesta. Per i Cobas si tratta soltanto di quiz e di indovinelli, l’Anief concepisce le prove come un modo per etichettare le scuole, la rete studenti medi è convinta che per comprendere la scuola italiana ci sia bisogno di un confronto diretto e che quindi non possano bastare soltanto i numeri.
Parecchie polemiche continuano ad esserci anche sui costi di queste prove. A questo riguardo alcuni hanno parlato anche di 80 milioni, ma sul discorso è intervenuto Roberto Ricci, responsabile dell’Invalsi, il quale ha fatto presente che il valore complesso dell’operazione si aggira al di sotto dei 4 milioni.
I dati e la struttura dei test
I test Invalsi vengono proposti a delle classi specifiche nell’ambito dell’ordinamento della scuola italiana. Ad essere interessati sono 568.000 bambini che frequentano la seconda classe della primaria, 561.000 in quinta, 594.000 della terza media e 562.000 nel secondo anno delle superiori. La strutturazione delle prove varia in base al grado di scuola a cui si riferiscono ed è collegata con i programmi, che vengono riassunti nelle indicazioni nazionali. Per la scuola primaria si avranno dalle 20 alle 25 domande per materia e per la scuola superiore si potrà arrivare anche a 50 domande per disciplina scolastica.
La prima relazione sull’esito delle prove, secondo le promesse dell’Invalsi, sarà pubblicata a partire dal prossimo 10 luglio, basandosi su dati che arriveranno dai campioni. Prospettive innovative per ciò che concerne il futuro, perché si potrebbe arrivare ad una prova sperimentale di informatica, si sta lavorando per ampliare gli argomenti relativi ad alcune materie, come la lingua inglese e le scienze naturali. Inoltre da parte dell’istituto c’è la volontà di arrivare ad avere dei test anche per gli alunni dell’ultimo anno delle superiori e di fare in modo che i risultati ottenuti possano essere inseriti nell’ambito delle ricerche internazionali.
La valutazione
L’idea di fondo è quella di saperne di più sulla scuola italiana e di arrivare alla sua valutazione che possa essere esatta. Restano però irrisolte alcune questioni fondamentali. La prima di tutte è quella della trasparenza. I risultati, infatti, vengono pubblicati online, ma soltanto 1 scuola su 10 decide di adottare questa soluzione. Tra l’altro il sistema di elaborazione prevede fasi ben determinate, che prolungano il tutto nel tempo. Soltanto a settembre si avrà la possibilità di mettere a confronto i dati Invalsi 2014 con i risultati ottenuti nelle prove dell’anno scorso. Tutto ciò garantisce la possibilità di poter contare su informazioni esatte e utili al miglioramento del sistema scolastico italiano?