“Rischiamo di arrivare a fine anno con 600 – 800 mila posti di lavoro in meno al Sud“. Sono le parole, preoccupate e preoccupanti, del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, sulla base delle ultime stime del rapporto Svimez, dedicato all’economia del Mezzogiorno.
Intervenuto oggi davanti alla commissione Bilancio in Senato, il ministro aggiunge che il Recovery Plan “dà l’occasione di individuare obiettivi precisi e fabbisogni di investimento e questo fa la differenza“.
Ma c’è un piano già pronto per il Sud, entro il 2030
Provenzano ricorda che il Governo poco prima dello scoppio della pandemia coronavirus aveva presentato “un piano per il Sud 2030 per una fase di investimento, dopo un trend declinante con conseguenze negative per l’intera Italia. Quel piano – dice – è ancora più attuale” per “uscire da una crisi con maggiore sviluppo e equità“. Secondo Provenzano però, non bisogna disperare più del dovuto.
“Per il ciclo di programmazione 2021-2027 avremo l’1,5% di Pil in più per il Sud, considerando anche il Recovery plan“, ha aggiunto in commissione. Sicuramente, ciò che non rientra nel piano è la costruzione del ponte sullo stretto di Messina che è “incompatibile con i tempi del Recovery fund e chi dice il contrario penso non abbia letto le carte della commissione Ue“.
Il ministro, che in Sicilia ci è nato, spiega che appunto è da quando è piccolo che il ponte sullo stretto è “stato il grande alibi per non realizzare le infrastrutture“, incalza Provenzano.
Che cos’è lo Svimez?
L’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez) è un’associazione privata senza scopo di lucro, che studia le condizioni economiche del Sud Italia con lo scopo di proporre concreti programmi di azione e di opere intesi a sviluppare nelle regioni del Meridione attività industriali e lavorative che possano dare risposte concrete alle esigenze accertate dall’associazione.