Da giorni impazza in televisione la pubblicità della Nutella che riporta sulle etichette dei barattoli modi di dire tipici di ogni dialetto italiano. L’idea sembra molto carina, eppure ci sono state delle lamentele da alcune regioni d’Italia al riguardo: in Friuli, Udine e Pordenone hanno alzato la voce spiegando che il friulano è una lingua e non un dialetto, Gorizia critica la scelta di inserire la provincia nell’area dei dialetti veneti in quanto la maggioranza dei comuni è friulanofona e non venetofona. Anche Trieste ha detto la sua, dimostrando grande scontento per vantare una sola espressione delle sei messe a disposizione per le “Dialettichette” Nutella.
Su 135 espressioni dialettali, Ferrero non riesce ad accontentare un’intera regione insomma, scatenando numerose polemiche. Parlando comunque di dialetti italiani, non potevano mancare le critiche mosse dai puristi delle diverse parlate, ecco qualche esempio: “Femo festa” suona triestino ma non viene utilizzata spesso come modo di dire, il friulano “Biel et bon” dovrebbe invece essere “Biel e bon” e sulla “o” di “figòt” non va l’accento.
Infine, “pulìt” pare si utilizzi sono in una piccola area. La polemica continua anche sui social network, dove la pagina Facebook della testata “La Patrie dal Friul” ha diffuso gli scivoloni della Ferrero.
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