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Cronaca

Puglia, scambiate nella culla nel 1989: risarcimento da un milione di euro

Risarcimento da un milione di euro della Regione Puglia, per lo scambio di due neonate. La scoperta casuale solo nel 2012, dopo aver vissuto l’una nella famiglia dell’altra.

Due neonate in culla – Nanopress.it

Incredibile storia di scambio di neonati in ospedale. I fatti risalgono al 1989, quando Trinitapoli all’ospedale di Canosa due bimbe vennero scambiate nella culla e affidate a famiglie diverse.

Puglia, risarcimento milionario: due bambine scambiate nella culla nel 1989

Sembra la trama di un film, eppure è quello che è successo ad Antonella e Lorena. Due donne di 33 anni, che hanno vissuto la loro intera adolescenza l’una nella famiglia dell’altra. E’ successo a Trinitapoli, comune di 13mila abitanti in provincia di Barletta. Entrambe sono nate nel 1989 a pochi minuti di distanza, 11, nello stesso ospedale, quello di Canosa, il 22 giugno.

Dopo il parto però, le due bimbe furono scambiate di culla da un operatore, che le affidò in questo modo alle famiglie sbagliate, scambiandole. Un tragico errore, scoperto incredibilmente per caso da una delle due ragazze, nel 2012. E’ stata Antonella ad accorgersi del clamoroso equivoco.

Un tragico episodio che ha cambiato per sempre le vite delle due bambine. Lo scambio sarebbe avvenuto dopo il parto, una volta le neonate trasferite al nido. Ma nessuna delle due bimbe aveva il braccialetto identificativo, così, si legge nella sentenza, le rispettive madri non vennero a conoscenza dell’errore.

Su Facebook, la giovane aveva infatti notato guardando delle foto delle somiglianze con due donne con le quali non aveva alcun legame di parentela. Somiglianze talmente accurate che portarono alla decisione di effettuare un test del DNA, poi anche su Lorena.

E i sospetti erano fondati, visto che il test determinò non solo che Antonella era stata affidata a genitori sbagliati, ma che anche Lorenza era cresciuta in una famiglia sbagliata. Una scoperta scioccante per le due allora poco più che 20enni, le quali dopo un anno dalla scoperta ebbero la conferma del test.

Da qui, la richiesta del risarcimento prima all’ospedale, poi la lunga battaglia legale, che si è conclusa in questi mesi con la vittoria di Antonella e il risarcimento di un milione di euro da parte della Regione Puglia. Per Lorena invece, la causa sarebbe ancora in corso

Scambio di neonate in ospedale: le controversie del caso

E quella scoperta scioccante si è tramutata in due denunce e richieste di risarcimento praticamente senza precedenti. Le cause sono state condotte ai tribunali di Bari e di Trani. Antonella, e i suoi genitori biologici, hanno intanto causa contro la Asl e Bat, le quali però dopo il processo non sono state ritenute direttamente responsabili, e dovute a risarcire con un milione di euro i danni procurati.

Il responsabile dunque è stato individuato nella Regione Puglia, visto che era a capo dell’ospedale di Canosa dove è avvenuto lo scambio. E’ proprio dalla mancata applicazione del braccialetto, causa di tutto l’equivoco, che si concretizzò il danno ha fatto sapere il tribunale nel suo verdetto.

Ospedale – Nanopress.it

Gli operatori avrebbero dovuto avere l’obbligo di consegnare alla madre – oltre che di operare le cure dopo il parto – il bambino che essa ha partorito. Tale obbligo non rispettato ha dunque determinato un danno incredibile per tutte le persone coinvolte. Nessuna ipotesi di prescrizione, si legge ancora nel verdetto, visto che il danno è stato conteggiato da quando si è appresa la notizia dello scambio, dunque dal 2012 e non dal 1989.

Antonio Meli

Classe 1993, laureato in comunicazione e lingue, e in giornalismo, tra Siena e Roma. Appassionato di cinema, musica, storia e spettacolo. Mi piace scrivere e criticare.

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