Torna Puliamo il mondo, il più grande appuntamento di volontariato ambientale in Italia, promosso da Legambiente. Dal 22 al 24 settembre, migliaia di volontari si metteranno all’opera in tutta Italia per ripulire spazi pubblici dai rifiuti abbandonati.
Una tradizione che dura da un quarto di secolo. Puliamo il mondo 2017 è infatti la 25esima edizione dell’iniziativa di Legambiente che unisce gli italiani, giovani e meno giovani, che, armati di scope, guanti, rastrelli e tanta buona volontà, si ritrovano in piazze, strade, parchi, lungo gli argini dei fiumi o delle strade, presso i monumenti o in periferia, uniti da un unico obiettivo: «rendere più vivibile e più bello il territorio in cui viviamo».
I 25 anni di Puliamo il mondo vedono, inoltre, per la prima volta la collaborazione tra Anas e Legambiente: insieme eseguiranno interventi di rimozione dei rifiuti e pulizia di alcuni tratti o piazzole di statali o raccordi autostradali di competenza Anas. «Un’occasione – come spiega Legambiente – per porre l’attenzione anche sul grave fenomeno, particolarmente diffuso sull’intero territorio nazionale, dell’abbandono illegale dei rifiuti sulle strade e in particolare sulle piazzole di emergenza».
Puliamo il mondo 2017, l’edizione italiana di Clean up the world, il più grande appuntamento internazionale di volontariato ambientale nato a Sydney nel 1989, è realizzato con il patrocinio dei ministeri dell’Ambiente e dell’Istruzione, della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, di UPI (Unione Province Italiane), Federparchi, Borghi Autentici d’Italia e UNEP (Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite).
«Queste 25 candeline le dedichiamo ora all’economia circolare – dichiara Rossella Muroni, presidente di Legambiente – Per sottolineare l’urgenza di intraprendere la strada di una politica europea finalmente in grado di trasformare l’emergenza rifiuti in una grande opportunità economica e occupazionale. E perché esistono in Italia, tra aziende, cooperative, start-up, associazioni, realtà territoriali e Comuni, tante esperienze che hanno già investito su un nuovo modello produttivo e riciclano materie prime seconde che fino a oggi finivano in discarica. Storie che dimostrano come il nostro Paese abbia tutte le carte in regola per fare da capofila nell’Europa dell’economia circolare, se vorremo rivedere la nostra legislazione in merito, ancora inadeguata e contraddittoria».
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