Una storia che va raccontata perché si conosca ciò che accade ancora quando si parla di lotta alla mafia. Durante uno spettacolo in ricordo di Don Puglisi, un artista di strada è stato aggredito a Termini Imerese, in provincia di Palermo.
Lui è un puparo e, da anni, porta in scena spettacoli sui temi dell’antimafia. Ecco cosa gli è accaduto proprio durante uno di questi suoi spettacoli.
Angelo ha avuto la forza di raccontare ciò che gli è successo e di non chiudersi in se stesso o dietro la paura. Sì, perché lui, come puparo, da anni porta in scena spettacolo contro la mafia, per far capire ai più piccoli e non solo quanto sia bella la legalità. Ma, questa volta, è successo qualcosa di poco piacevole, proprio durante uno di questi spettacoli.
A Termini Imerese, in provincia di Palermo, Angelo stava portato in scena uno spettacolo in ricordo di don Pino Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993 nel quartiere Brancaccio, sempre a Palermo. Uno spettacolo fatto con i suoi pupi, dal titolo “Padre Pino Puglisi un prete contro la mafia”.
“Mentre mi trovavo sul palco sono stato disturbato fin dall’inizio da un uomo di circa 50 anni. Dopo l’ennesima provocazione ho chiesto silenzio per rispetto ai tanti che in silenzio stavano assistendo allo spettacolo” – ha raccontato Angelo Sicilia, l’artista puparo.
Disturbato dalle continue provocazioni dell’uomo, Angelo gli ha chiesto di smettere. Ed è stato lì che si è scatenata la furia dell’uomo che è arrivato sul palco, ha spintonato l’artista, l’ha aggredito ed ha anche distrutto due microfoni del palco stesso. “Sono intervenuti i carabinieri e gli agenti di polizia che lo hanno portato via” – continua Angelo, anche se, dopo che i militari dell’Arma sono andati via, la lite è continuata, questa volta, con i familiari della persona che era stata portata via dalle Forze dell’ordine.
Tanto che, alla fine dello spettacolo, i Carabinieri sono stati costretti ad accompagnare e scortare Angelo fino allo svincolo autostradale per permettergli di tornare a casa: “Sto valutando di presentare denuncia contro queste persone che hanno danneggiato i miei strumenti e reso impossibile mettere in scena lo spettacolo. Ci siamo spaventati tanto, ma è pur vero che siamo abituati a queste “intrusioni” nei nostri spettacoli” – ha continuato Angelo.
In effetti, già in alcuni suoi spettacoli in Calabria, hanno tentato di appiccare il fuoco al furgone. In quel caso, lui e i suoi ragazzi stavano portando in scena uno spettacolo su Peppino Impastato.
“Conosciamo bene il lavoro svolto in questi anni da Angelo Sicilia che, nelle nostre scuole, ha contribuito alla promozione della cultura antimafia” – sono le parole della Rete per la promozione della cultura antimafia nella scuola, pronunciate in difesa proprio di Angelo Sicilia e dei suoi spettacoli.
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