Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’intenzione di ampliare le forze militari russe impegnate nell’operazione speciale in Ucraina. Le autorità di Mosca hanno annunciato cambiamenti nella linea di comando militare e spunta il nome di Gerasimov, noto e discusso uomo di politica russo di stampo, ovviamente militare, che ha già fatto storcere però il naso ad alcuni membri dell’esercito.
La guerra continua e non accenna ad andare verso una conclusione. I rifornimenti occidentali stanno arrivando in gran numero alle truppe ucraine e hanno portato Mosca a ripensare e, soprattutto, a riorganizzare il piano militare russo. Organizzazione e pieno controllo da parte del Cremlino sono gli obbiettivi della suddivisione dei compiti che è stata pensata per l’offensiva russa.
Putin ha avuto modo di testare Poseidon, il sottomarino nucleare che promette di spazzare via una città intera delle dimensioni di New York. Una nave da guerra sofisticata e davvero potente che dovrebbe spaventare per le possibilità e capacità di distruzione che racchiude. Il fiore all’occhiello del capo di stato russo che ha cercato di avvicinarsi il più possibile alle potenze asiatiche, prima la Cina, stringendo rapporti commerciali e economici e creando una rete di distribuzione che esclude le nazioni occidentali. Questa è una strategia che apporta sicurezza a Putin, nel caso in cui il conflitto in atto in Ucraina, prenda strade internazionali. Sapere di avere una rete di salvataggio che non faccia sprofondare in primis l’economia russa ma anche il fatto di mostrare interesse nel organizzare questa rete anche per le nazioni alleate vuole essere un messaggio che rassicura l’Asia e i protetti di Putin ma serve molto anche a lui stesso.
Putin ha annunciato che “Aumenterà e risolverà tutti i problemi relativi alla fornitura delle forze armate e delle unità coinvolte nell’operazione speciale”. Il presidente russo ha incontrato i membri del governo e ha riportare la dichiarazione è Ria Novosti, che prosegue poi spiegando, inoltre, che: “allo stesso tempo continueremo ad attuare programmi e piani socio-economici su larga scala. Le nuove regioni della Federazione russa devono essere coinvolte nell’attuazione di progetti nazionali”. Il riferimento è ai territori di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia.
Mosca precisa, così, che non ha nessuna intenzione, nemmeno davanti a un possibile momento di stallo militare dove, però, di lasciarsi alle spalle la conquista delle regioni annesse illegalmente. Un segnale chiaro che, a suo avviso, precisa che la Russia non si lascia intimidire, nonostante l’Occidente stia fornendo armi sofisticate all’Ucraina che potrebbero, nel concreto, mettere in difficoltà l’esercito russo.
Quindi nasce la necessità di organizzare e pianificare in maniera differente l’operazione speciale militare ucraina. Le truppe russe stanno cambiando il loro approccio alla missione grazie al cambio dei vertici della catena di comando militare russa. Cambiamento molto contestato anche dall’interno ma ormai ufficiale.
Fino a questo momento le forze militari russe congiunte in Ucraina sono state guidate dal generale Surovikin, che è stato nominato a ottobre e che rimane, ora, come vice di Gerasimov. Sotto al comando nel nuovo entrato anche il comandante in capo delle forze di terra Oleg Salyukov e il vice capo di stato maggiore delle forze armate russe Alexey Kim. Il ministero della Difesa russo Soighu ha affermato che: “L’aumento del livello di leadership dell’operazione militare speciale è associato all’espansione della scala dei compiti risolti nel corso della sua attuazione, alla necessità di organizzare una più stretta interazione tra i rami e le branche delle forze armate, nonché al miglioramento della qualità di tutti i tipi di supporto e dell’efficacia del comando e del controllo dei raggruppamenti di truppe”.
Quindi questo ampliamento del livello di comando è associato al crescere della portata degli obiettivi. L’organizzare una stretta integrazione fra i diversi rami dell’esercito, punta a migliorare tutti i tipi di supporto e l’efficacia del controllo dei raggruppamenti di forze. Questa è una mossa che oltre a far guadagnare differenti punti di vista racchiude in sé anche la possibilità di avanzare operazioni e attacchi congiunti. La scelta di questo cambiamento e di portare avanti ora, in maniera diversa la politica militare in Ucraina è un chiaro segnale del fatto che Putin non ha intenzione di mollare il colpo.
Il ministero della difesa ha confermato dicendo: “Il generale dell’esercito Valery Gerasimov, capo dello Stato maggiore delle forze armate della Federazione russa, è stato nominato comandante del Gruppo congiunto di truppe”. L’aver preso questa decisione denota la volontà di avanzare nel conflitto e riuscire a dare una svolta russa decisiva.
Surovikin, con il suo arrivo, ha portato con sé la strategia dei bombardamenti a tappeto e la fama di comandante deciso e sanguinario, come del resto ha già mostrato chiaramente in Siria. Gerasimov invece, per Mosca, significa efficienza e coordinamento con il Cremlino e con il ministero della Difesa. Scelta che però rischia di creare tensioni nei piani alti militari russi dato che, il comandante è ben visto dalle istituzioni ma non ha la simpatia del gruppo di mercenari Wagner non va a genio nemmeno a Prigozhin, capo dei mercenari, pronto a intestarsi il sanguinario scontro di Bakhmut.
Il generale Gerasimov è stato fino ad ora capo di Stato maggiore generale delle Forze armate russe, ma soprattutto è stato fin dall’inizio del conflitto seduto accanto al presidente Putin. Il militare è uno dei tre elementi chiave che, insieme al presidente e al ministro Shoigu, hanno pianificato i dettagli della guerra fin dall’invasione in Ucraina.
Gerasimov ha un concetto di guerra che va oltre al puro scopo bellico e non si ferma agli attacchi armati, ma il suo approccio va ben oltre. Il militare sostiene la guerra ibrida, tanto discussa, che prevede di attaccare il nemico non solo sul piano militare ma anche su quello economico, tecnologico e informatico utilizzando però procedure subdole e non convenzionali che preoccupano le autorità internazionali.
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