Il funerale privato del fondatore del gruppo di mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin si è svolto a San Pietroburgo, alla periferia della città dove era nato. Un rituale funebre celebrato in forma strettamente privata, lontano da occhi indiscreti, come confermato dal suo stesso portavoce. Emerge però che Putin ha deciso di accettare l’invito del presidente cinese Xi Jinping a Pechino a ottobre.
Già in mattinata il Cremlino aveva fatto sapere che Vladimir Putin non avrebbe presenziato alle esequie del controverso oligarca Prigozhin, deceduto la settimana scorsa in un incidente aereo. Il presidente russo ha preferito mantenere le distanze dai funerali del patrono dell’organizzazione paramilitare Wagner, il quale è stato implicato in un ribellione nei confronti dell’ enstablishment militare di Mosca nei mesi scorsi.
Il portavoce di Prigozhin, dopo giorni di ipotesi e indiscrezioni sul luogo di sepoltura, ha dichiarato: “L’estremo saluto si è svolto tra parenti e conoscenti stretti nel cimitero suburbano di Porokhovskoye“. Nelle scorse ore si sono susseguite molte ipotesi sul luogo di sepoltura e sulla sua organizzazione ma secondo fonti locali sembra che fosse in atto una sorta di piano per depistare chi cercava di ottenere informazioni.
I media filorussi hanno mostrato la lapide con inciso il nome dell’oligarca accanto a una poesia del poeta Brodskij, anche lui nativo di San Pietroburgo.
Il Cremlino, con le parole del suo portavoce Peskov, ha anticipato di non essere a conoscenza dei dettagli organizzativi del funerale. Così Putin ha sostanzialmente tenuto le distanze dall’enigmatico patrono dei mercenari Wagner, una volta molto vicino al capo del Cremlino, che è stato sepolto senza clamori in quella cittadina ai margini della città dove è nato.
La discrezione attorno alle esequie di Prigozhin sembra, secondo molti esperti, riflettere chiaramente l’imbarazzo del Cremlino per l’eredità dell’ex alleato di Putin, un tempo insignito delle più alte onorificenze prima di esser etichettato come “traditore”.
Martedì regnava confusione sul luogo di sepoltura e sono emerse molte voci differenti. Lunedi sera la polizia ha chiuso i principali cimiteri cittadini e ha installato checkpoint con metal detector a Serafimovsky, facendo ipotizzare che la tomba fosse lì.
Martedì il portavoce di Prigozhin ha rivelato sorprendentemente l’avvenuta sepoltura nel più discreto cimitero di Porokhovskoye, un luogo simbolico che ha riportato il mercenario alle origini.
Alcuni analisti hanno letto nel caos emerso da questa vicenda una mossa delle autorità di Mosca per scongiurare manifestazioni di appoggio al mercenario e ai suoi uomini.
Sin dalla morte di Prigozhin il Cremlino ha vigilato affinché i funerali non divenissero palcoscenico per dimostrare consenso verso il discusso oligarca, la cui scomparsa ha avuto scarsa risonanza mediatica rispetto ad altre, nonostante il suo peso nel conflitto.
Nonostante un passato come decorato Eroe di Russia, a Prigozhin non sono stati tributati gli onori di Stato. Una cerimonia privata in netto contrasto con l’immagine aggressiva coltivata dal signore della guerra sui social.
Nei giorni scorsi alcuni esperti avevano invitato il Cremlino a onorarne la memoria, data la popolarità fra gli ultra-nazionalisti. Ma al cimitero di Porokhovskoye non si è visto alcun esponente di spicco delle istituzioni, segnale di voler prendere le distanze dal defunto.
Sul funerale grava il mistero che da sempre avvolge anche la vita e le opere di Prigozhin. Putin lo ha definito “uomo d’affari con talenti e errori”, mentre il Comitato Investigativo continua a tacere sulle cause dell’incidente aereo. I servizi segreti occidentali hanno esternato sospetti in merito a un attacco mirato, ipotesi avallata anche dal presidente USA Biden.
Il Cremlino ha negato ogni coinvolgimento, ma in molti a Mosca hanno sostenuto plausibile l’ipotesi che dietro la morte di Prigozhin vi sia proprio il governo, che secondo diversi esperti ha visto la figura del mercenario sostenuta dal popolo e dai suoi militari dopo i tentativi di ammutinamento.
Il funerale riservato sarebbe servito a contenere l’eco delle “tracce di Putin” nell’episodio, secondo le voci insistenti in Russia. Tesi difficili da verificare, che gettano ombra sulla versione ufficiale del disastro aereo.
Secondo quanto appreso dall’agenzia indipendente Agentstvo, al funerale di Prigozhin, celebrato nel cimitero di Porokhovskoe, hanno partecipato una trentina di persone.
Un dipendente del cimitero, citato dall’agenzia, ha riferito che “solo parenti” hanno preso parte alla cerimonia, durata 40 minuti precisando anche che erano: “tutti in abiti civili e non c’erano figure in uniforme“.
L’addetto, che opera nel settore da oltre 30 anni, ha definito la sepoltura “un normale funerale per VIP“, seppur in quel cimitero periferico e circoscritto. Immagini analizzate dalla CNN sembrano mostrare la lapide di Prigozhin accanto a quella del padre, morto quando lui era giovane.
Le prerogative di Mosca sembrano focalizzate in ogni caso voler soffocare qualsiasi risonanza attorno alla dipartita.
Secondo due gruppi che monitorano l’attività dei troll sul web, ovvero persone che manipolano le informazioni online per diffondere una certa idea e pensiero, una rete filorussa ha diffuso messaggi accusando “nemici stranieri” per l’incidente aereo costato la vita al capo dei mercenari Wagner.
Prigozhin, attraverso la Internet Research Agency di San Pietroburgo, ha spesso utilizzato questa tecnica e quindi l’uso di troll per destabilizzare l’opinione pubblica occidentale. Per questo comportamento è stato poi sanzionato da Washington nel 2018. Non è noto se l’Agenzia esista ancora dopo il ban americano e il tentato ammutinamento di giugno.
Ma gli analisti hanno monitorato decine di account sospetti su Vkontakte e X e hanno osservato la comparsa di post che sostengono come Putin e Prigozhin avessero risolto le loro tensioni, sostenendo che l’incidente è da attribuire all’ingerenza anti-russa dell’Occidente.
Il creatore di uno di questi gruppi, che non ha rivelato la sua identità, come riporta CNN è “estremamente convinto” del legame tra questi troll e Prigozhin fino alla sua morte.
Emerge invece che il presidente russo Putin ha accettato l’invito della Cina e visiterà Pechino in quello che è il primo viaggio fuori dalla Russia dopo il mandato di arresto internazionale che pende sul leader del Cremlino. Una scelta audace che rivela la vicinanza e l’alloggio di Xi Jinping verso Mosca e la sua linea politica nonostante le opposizioni occidentali.
La presenza di Putin al vertice Belt in the Road, voluta dal presidente Jinping mette nuovamente in agitazione la diplomazia internazionale e rischia di inasprire le tensioni già ben presenti.
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