Il presidente russo, Vladimir Putin, in un recente articolo pubblicato sul sito del Cremlino, ha affermato che la Russia è pronta a sostituire il grano ucraino destinato all’Africa con grano russo. Quest’anno la Russia si aspetta un raccolto eccezionale quindi si è detto certo di riuscire a coprire il fabbisogno della nazione Africana.
Questa sua decisione arriva in seguito alla sua volontà di ritirare la Russia dall’accordo sul grano che permetteva all’Ucraina di esportare, attraverso il Mar Nero, grano e cereali a livello mondiale. L’accordo era stato stipulato nel 2022 ed è stato rinnovato per ben due volte, ma ad oggi la Russia ha deciso di non farne più parte facendosi carico dell’esportazione di grano, cereali e fertilizzanti verso i Paesi più poveri del mondo.
Putin: in Russia raccolto eccezionale forniremo noi il grano all’Africa
Una delle notizie più sconvolgenti delle ultime settimane è stata che la Russia ha deciso di tirarsi indietro dall’accordo sull’esportazione di cereali che coinvolgeva Turchia e Ucraina e che avveniva attraverso il Mar Nero.
Da molti questo gesto è stato visto come una mossa del Paese russo per dare un nuovo volto alla guerra utilizzando l’alimentazione e mettendo in pericolo il sostentamento di diversi Paesi in via di sviluppo e in cui è presente la crisi alimentare.
Vladimir Putin, presidente russo, ha deciso di pubblicare un lungo articolo sul sito ufficiale del Cremlino in cui ha voluto rassicurare i suoi connazionali e i suoi sostenitori che la Russia andrà a sostituire il grano ucraino che veniva esportato verso l’Africo con grano russo.
Nell’articolo intitolato “Russia e Africa: unire gli sforzi per la pace, il progresso e un futuro prospero”, il presidente russo afferma che la Russia è in grado di sostituire la grande quantità di cereali ucraini sulla base commerciale e senza alcun costo per la nazione.
Putin nel suo articolo ha specificato che quest’anno la Russia avrà un raccolto record e questo gli da modo di rassicurare l’intera nazione.
Nell’articolo si legge poi che nonostante le sanzioni la nazione russa continuerà a fare sforzi per garantire la distribuzione non solo del grano ma anche di altri generi alimentari, di altri tipi di bene e di fertilizzanti verso l’Africa.
Ha reso noto poi che intende ampliare sia la rete di ambasciate sul territorio africano che le missioni commerciali nella zona.
Queste sue dichiarazioni arrivano in un momento cruciale e molto importante visto che tra pochi giorni a San Pietroburgo si svolgerà un importante vertice tra Russia e Africa.
L’accordo sui cereali: la nascita e la fine
L’accordo sui cereali fu firmato nel luglio del 2022 a Istanbul e fu rinnovato per ben due volte. Questo accordo dava la possibilità di riaprire le esportazioni agricole dell’Ucraina via mare nonostante la guerra contro la Russia.
L’accordo è scaduto la scorsa settimana dopo un anno in cui la Turchia ha mediato tra le due nazioni e ha fatto si che 33 milioni di tonnellate di cereali, tra cui grano e mais, arrivassero dall’ucraina ai mercati mondiali al fine di scongiurare le carenze alimentari.
La scorsa settimana però Mosca ha rifiutato di estendere nuovamente l’accordo dichiarando che il grano consegnato ai Paesi più poveri sono in una quantità insufficiente e che l’accordo ostacoli l’esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti russi.
L’Unione Africana ha voluto esprimere la sua in merito alla fine dell’accordo esortando Russia e Ucraina ha risolvere i problemi e a riprendere l’invio di cereali e fertilizzanti verso i Paesi più bisognosi tra cui anche l’Africa.
Fu proprio Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’UA, ad esprimersi in merito all’accordo sul grano sul suo profilo Twitter.
Mosca ha voluto rispondere lo scorso venerdì dichiarando che comprendeva le preoccupazioni dei Paesi africani ma che era pronta ad assumersi l’impegno di rifornire personalmente i Paesi bisognosi.
Un altro annuncio che ha lasciato tutti molto interdetti e preoccupati è arrivato sempre dalla Russia, che ha diffuso la notizia che tutte le navi dirette in Ucraina che sarebbero passate nel Mar Nero saranno considerate sospette per il trasporto di armi e munizioni.