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Mondo

Putin ha ammesso in un discorso pubblico che la guerra durerà ancora a lungo

Vladimir Putin passa di nuovo in primo piano nella guerra tra Russia e Ucraina e lo fa pubblicamente con un discorso ricco di contenuti, ma con il solito leitmotiv che ormai ripete – direttamente o indirettamente – dalla fine di settembre. La sua macchina della propaganda, insomma, rimane inalterata e anche gli obiettivi del Cremlino, che non sembra avere alcuna intenzione di indietreggiare. In realtà, però, diversi snodi cruciali sono passati di mano, tornando all’Ucraina, durante la controffensiva che va avanti ormai da mesi. Con l’inverno diverse cose potrebbero cambiare, ma Putin non può nascondere, neanche a parole, l’insuccesso di una campagna militare che probabilmente anche lui si aspettava molto meno dispendiosa e lunga.

Vladimir Putin – Nanopress.it

Putin è al centro della guerra in Ucraina. O meglio, è sicuramente il suo epicentro, quello che tutto muove e nulla vuole che si sposti senza il suo consenso. Ma così non è e glielo stanno dimostrando i suoi avversari sul campo, come glielo stanno dimostrando gli Stati Uniti e l’Occidente, che non retrocedono negli aiuti a Volodymyr Zelensky, nonostante tutte le polemiche interne e internazionali del caso. Comunque Putin ha parlato in un discorso pubblico alla Nazione, che per molti è suonato un po’ come una giustificazione globale. I fatti, però, restano inequivocabili.

Il discorso di Putin: dai tempi della guerra alla minaccia nucleare

Mercoledì non è stato un giorno banale ai fini della guerra. Non tanto per quanto può essere successo sotto il profilo militare, che sposta poco nella visione generale del conflitto, ma perché Vladmir Putin ha deciso di metterci la faccia e ha fatto un discorso all’intera Russia che, però, è suonato come una dichiarazione d’intenti al mondo intero. E cosa avrà mai detto di così importante colui che ha invaso l’Ucraina con le sue truppe il 24 febbraio dando inizio a una campagna militare scellerata e che tante conseguenze sta avendo per l’Occidente e il mondo intero?

Beh, intanto il primo dato che salta alle orecchie è che effettivamente Putin ha ammesso che la guerra non finirà in tempi brevi. Nonostante la Russia, a parole, abbia aperto a un tavolo per la pace, nei fatti le condizioni proposte all’Occidente, e all’Ucraina in primo luogo, sono una resa mascherata da fine del conflitto. E, a questi patti, nessuno ha intenzione di accettare. Nonostante la possibile mediazione della Turchia, del Vaticano o di chiunque sia abbastanza autorevole da porsi come intermediario. Silvio Berlusconi compreso.

Niente pace, dunque, e sappiamo tutti quanto si tratti di una decisione sbagliata. E allora passiamo a capire davvero cosa ci aspetta. E per farlo vi riportiamo uno stralcio delle parole del numero uno del Cremlino: “La lentezza dell’operazione militare speciale ovviamente può essere un processo a lungo termine“. Probabilmente non era in programma che fosse così e sicuramente non era previsto quello che è successo da settembre in poi, quando la resistenza delle forze del Paese di Volodymyr Zelensky si è trasformata in una controffensiva in piena regola. Non si può sottovalutare neanche la terminologia usata da Putin, che evita accuratamente di usare il termine “guerra“, continuando a definire ciò che sta succedendo come “operazione militare speciale“.

Insomma, se c’è una cosa su cui tutti sono d’accordo, e così diventa un dato di fatto, è che il conflitto non vedrà il suo termine in tempi ragionevoli. La Francia e il Regno Unito l’avevano previsto già dal suo scoppio, ora anche il presidente della Russia è convenuto a questo dato di fatto, senza però evidenziare alcun pentimento su quanto sta succedendo. Prendendolo quasi come un evento inevitabile.

Non è l’unico dato da sottolineare nelle parole del leader del Cremlino. Le sue manie di grandezza, infatti, non sono state ridimensionate da quanto sta succedendo. Ieri si è paragonato addirittura allo Zar Pietro I, con una strategia comunicativa ben precisa. Il principio è semplice: quando Putin è in difficoltà, si mostra pubblicamente e inizia a rimarcare i suoi successi militari. Questa volta è il fatto che i russi abbia ancora sotto il loro controllo il Mar d’Azov, territorio strategico fondamentale ai fini della guerra e che anche Pietro I era riuscito a strappare tra il 1695 e il 1696, quella volta all’esercito ottomano. Dopo spiegheremo nei dettagli perché questo principio è sbagliato. Intanto, il presidente ha detto senza mezzi termini che farà di tutto per mantenere i territori conquistati, anzi precisamente “con qualsiasi mezzo a disposizione“.

Vladimir Putin – Nanopress.it

Il leader del Cremlino non poteva sicuramente evitare di parlare della minaccia nucleare che, in maniera neanche tanto latente, accompagna gli eventi di questa guerra fin dai suoi arbori. Su questo argomento, il numero uno della Russia si è mantenuto sicuramente più cauto. Infatti, ha detto in maniera piuttosto chiara che Mosca non attaccherà per prima con quel tipo di armi e che “non sono sicuramente impazziti“, comprendendo la portata di quello che significherebbe. Però, rimette la pulce nell’orecchio su un’altra questione. Infatti, quel “per prima” cela la preoccupazione che l’Ucraina si stia adoperando per dotarsi di armi nucleari. Probabilmente, anche questo rientra nella macchina della propaganda di Putin che puntualmente incolpa i nemici sul campo di quelle che sono o potrebbero essere le sue mosse. Insomma, c’è da stare attenti a un’ulteriore escalation della guerra che, però, per il momento, non sembra prossima.

Infine, un altro argomento importante nel conflitto resta il numero di uomini di cui Putin ha ancora bisogno per portare avanti la campagna militare. Argomento che in Russia è stato parecchio caldo nei mesi scorsi, tanto da scatenare un gran numero di proteste anche nello stesso Paese invasore. Infatti, il presidente si guarda bene da annunciare nuove fasi di reclutamento. I 300 mila riservisti arruolati, secondo lui, bastano per portare avanti il conflitto, senza che ci sia bisogno di ulteriori forze. Anche questo va iscritto nel tentativo di tenere a bada l’opinione pubblica, non sappiamo ancora con quali risultati.

Lo stato attuale della guerra e i motivi delle parole di Putin

E comunque, la guerra va avanti. E in una fase un po’ particolare. Sì, perché la Russia ha deciso ormai da diverse settimane di bombardare le infrastrutture energetiche e civili, per tentare di mettere Kiev e le principali città ucraine al tappeto. E, infatti, Zelensky non se la sta passando proprio bene. La Capitale è rimasta in più occasioni senza luce, riscaldamento e acqua, causando grandi disagi nella popolazione. E poi c’è sempre quel maledetto allarme aereo che può arrivare all’improvviso e vedete voi se è possibile vivere così.

Allo stesso tempo, però, le truppe ucraine hanno riportato importanti successi sul campo. Diversi chilometri, grazie agli aiuti degli alleati occidentali, sono stati riconquistati. E anche a Kherson non sono mancate le vittorie pesanti. È vero che Putin controlla ancora diverse zone a sud e a est, soprattutto Zaporizhzhia e Donetsk, ma rispetto a qualche mese fa le sorti del conflitto sono sempre più in bilico. E Zelensky non nasconde la volontà di arrivare a liberare la Crimea, occupata con una guerra lampo dal Cremlino nel 2014. La Russia, però, non mollerà un centimetro, soprattutto lì.

Volodymr Zelensky – Nanopress.it

Ora entra in gioco una variabile che sarà ugualmente fondamentale e si tratta dell’inverno. Un inverno che è già da alcune settimane gelido in Ucraina. Diverse migliaia di uomini russi sono stati già sacrificati al freddo, pur di mantenere posizioni cruciali ai fini della guerra. E poi, se Putin dovesse continuare a riuscire a lasciare senza riscaldamenti e risorse principali i nemici, a quel punto diventerebbe un problema umanitario a tutti gli effetti. Saranno mesi difficili, dunque, da una parte e dall’altra, e probabilmente avrà una sorta di sosta anche la guerra, per poi tornare a colpire con forza a primavera.

La macchina della propaganda del leader del Cremlino, a questo punto, è fondamentale. Perché, proprio ora che le conseguenze della guerra sono sempre più evidenti alla popolazione, Putin non può perdere ulteriore consenso. Lo fa rassicurando il suo popolo, facendo intendere che ci stiamo sbagliando e di fallimenti non ce ne sono stati e le scelte fatte non lo sono state a maggior ragione. Dire che la guerra durerà a lungo, però, in questo senso, è decisamente contraddittorio. Così come non ci vuole un genio per capire che la minaccia nucleare arriva soprattutto dalla parte russa. Se non del tutto e tutto il resto verrebbe preso come pretesto. Il muro delle menzogne, però, ora è destinato a crollare, se non l’ha già fatto, perché è impossibile nascondere a chiunque, che sia russo che sia ucraino, quella che sta davvero succedendo.

Continuare a smentire la controffensiva, chiamandola “riorganizzazione” è un segnale di quello che vi stiamo dicendo. Così come lo è il tentativo di dare la colpa agli avversari per Zaporizhzhia, per l’inizio della guerra e le azioni del suo presidente. Ha stancato e crediamo che sia così anche per la maggior parte dei russi. Putin dovrebbe semplicemente accettare gli errori fatti, concordare una pace ragionevole per entrambe e fare un passo indietro. Sì, perché nonostante lui voglia celare tutto lo sporco sotto il tappeto, la resa dei conti arriverà e lo vedrà perdente. Perché l’umanità conta e contano le vite, qualsiasi sia la nazione di provenienza. E chi lo dimentica non può vincere e gli Occidentali lo sanno bene. Vogliono solo dimostrarlo al mondo intero.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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