Il conflitto in Ucraina procede senza sosta, nonostante si apprende dagli Usa, che la battaglia sul fronte di Bakhmut è in una fase di stallo. Ma le ultime notizie provenienti dalla Gran Bretagna, che hanno rivelato una fornitura di munizioni contenenti uranio impoverito, ha gettato nuovamente benzina sul fuoco e alzato la tensione a Mosca e scatenato l’ira di Putin, che ha contrattaccato in maniera pesantissima i territori ucraini ed ha avvisato della possibilità di difendersi senza problemi con armi altrettanto importanti.
Le alleanze che si sono create nelle ultime settimane mostrano una pericolosa vicinanza tra Cina e Russia che hanno propagandato la loro alleanza illimitata nell’incontro di tre giorni avvenuto tra Xi Jinping e il presidente russo Putin. L’occidente invece sostiene Kiev e continua a fornire sostegno militare alle truppe Ucraina.
Un repentino deterioramento nei rapporti bilaterali che mette sempre più a rischio il mondo riguardo a una guerra globale e la paura del nucleare, dopo le ultime affermazioni pronunciate Putin nel tardo pomeriggio del 25 Marzo confermano che anche l’utilizzo del nucleare è sempre più reale e concreto.
La situazione attuale nel conflitto tra Russia e Ucraina
Il presidente Volodymir Zelensky ha rilassato un’intervista esclusiva al giornale giapponese shimbun nella quale ha parlato della possibile controffensiva ucraina, tanto discussa nelle ultime ore, ed ha precisato che ad oggi l’Ucraina non è in grado di lanciare una controffensiva efficiente sottolineando anche che: “Stiamo aspettando le munizioni dai nostri partner”.
Il presidente ucraino ha sottolineato che le truppe russe hanno a disposizione una quantità tre volte superiore a quella dell’esercito ucraino e pertanto non è possibile per loro nonostante la volontà attuare un’offensiva senza avere munizioni a sufficienza il leader di Kiev ah riferito che l’Ucraina: “non può inviare i suoi coraggiosi difensori alla controffensiva senza armi sufficienti”.
Nonostante queste affermazioni ben chiare del capo di Stato ucraino emerge che anche Mosca ha deciso di ridimensionare una possibile offensiva prevista per la primavera ed ha invece optato per un quadro differente.
Dopo le informazioni pervenute dalle autorità ucraine che sono stati riportati poi da tutti i media sembrava imminente un’offensiva Ucraina con lo scopo di liberare la città di Bakhmut e pertanto inizialmente Mosca ha dichiarato che avrebbe adottato una linea più dura e non si sarebbe lasciata intimorire, ma sembra che ora alla luce dei fatti e stando a quanto riferiscono fonti, che preferiscono rimanere anonime ai maggiori quotidiani internazionali, tra cui Bloomberg, la difesa di Mosca si sta preparando a difendere i territori conquistati in Ucraina e la missione di espandersi, almeno per il momento, sembrano non essere tra le opzioni del leader del Cremlino.
La sofferenza attuale delle truppe russe si evince anche dal fatto che Putin e i suoi alleati stiano cercando di arruolare fino a 400.000 soldati a contratto. Questo sarebbe dettato dalle perdite subite, che sono state tantissime dall’inizio del conflitto, nonostante la mobilitazione attuata da Putin per avere più personale militare possibile. Continuando anche l’utilizzo del gruppo di mercenari Wagner, che sembra stiano arruolando altre migliaia di persone questa volta però con una società differen te.
L’idea è quella di evitare un’altra mobilitazione e questo è finalizzata soltanto al fatto che potrebbe compromettere le elezioni presidenziali in programma per il prossimo marzo e, in questo momento, è essenziale per Putin mantenere il controllo sul consenso popolare.
La situazione è molto complicata anche per altre nazioni che si sentono minacciate in maniera importante dalla Russia, come per esempio la Moldavia che ha scoperto di un possibile colpo di Stato per rovesciare le istituzioni moldave completato da filorussi sovvenzionati dalle autorità di Mosca.
Nonostante la preoccupazione evidente mostrata anche dalla presidente sandu il ministro degli Esteri Anatolie Nosatii ha precisato ad Ageres che: “La situazione ai confini della Moldavia rimane tesa, tenuto conto della guerra nel Paese vicino e le sue conseguenze, tuttavia, al momento, non c’è il rischio di un attacco imminente contro la Moldavia”. Ma allo stesso tempo ha riferito a Moldpres che: “governo moldavo dispone di tutti gli strumenti per garantire la sicurezza e l’ordine sul territorio del Paese”.
La ministra alla domanda posta sulla possibilità di un attacco imminente da parte della Russia ai danni della Moldavia ha risposto che: ’’al momento non esiste uno scenario del genere. Ciò è dovuto al coraggio e alla dedizione del popolo ucraino, che attualmente combatte per la sicurezza , indipendenza, sovranità e, allo stesso tempo, per i principi democratici del continente europeo”.
Sostenendo anche che: “la situazione sul fronte cambierà radicalmente a favore dell’esercito ucraino, il che ci consentirà di trovarci in una situazione più stabile” e ha concluso precisando che la Moldavia: “utilizza tutti gli strumenti diplomatici per rafforzare la capacità di difesa, compresa la cooperazione con l’Unione europea”.
Nella giornata di sabato 25 Marzo si apprende anche che le forze aeree di Norvegia, Svezia, Danimarca, e Finlandia hanno deciso di attuare un’alleanza per intensificare la difesa era nordica in maniera unificata, con lo scopo di contrastare la crescente minaccia russa.
I comandanti delle rispettive forze aeree hanno firmato una dichiarazione di intenti che ovviamente è stata registrata all’interno della NATO e che sottolinea quanto la possibilità attuale di un conflitto globale sia concreta.
L’obiettivo è quello di poter cooperare in maniera congiunta, nelle modalità già attuate nelle operazioni effettuate all’interno della NATO e integrare le forze aeree è qualcosa di necessario e sostenuto fortemente dal comandante danese Jam Dam.
Si tratta di un accordo che è stato già firmato il 16 Marzo presso la base aerea di Ramstein In Germania. Si tratta di una forza aerea che comprende oltre 250 aerei da combattimento e iper moderni e la decisione non si è andata a scontrare con lo status di Svezia e Finlandia che sono pronte per aderire al patto nel nord Atlantico e intendono proseguire il loro percorso di ingresso, precedendo nei posti necessari con la migliore modalità possibile, ma l’intenzione di creare una ‘mini nato’, ovvero qualcosa che unisca la difesa militare in caso di attacco, è un passo che apporta sicurezza alle Nazioni e nel caso di attacco russo. Ogni Stato sa di poter contare sull’appoggio dell’altro in maniera ufficiale.
La scelta di Putin di posizionare armi nucleari tattiche in Bielorussia
Putin sembra non scoraggiarsi vado affermazioni pervenute dall’Occidente, ma il suo malcontento si tramuta in decisioni pericolose e, poco fa, il presidente russo ha riferito in risposta alle munizioni provenienti dalla Gran Bretagna e contenenti uranio impoverito che: “La Russia ha qualcosa con cui rispondere alle munizioni all’uranio impoverito. La Russia ne ha centinaia di migliaia”.
Putin ha annunciato che verranno dispiegate armi nucleari tattiche in territorio bielorusso e che la risposta è stata necessaria ed è una contromossa alle forniture di armi all’uranio impoverito via Regno Unito ha promesso a Kiev.
Il malcontento ha portato una reazione molto dura di Putin, che ha precisato anche che verranno attivate procedure per la costruzione di numerosi nuovi carri armati in modo che il numero a disposizione delle truppe russe sia il triplo di quelle che verranno fornite all’Ucraina.
L’intervista rilasciata al canale televisivo Rossiya 24 ha mostrato un presidente russo arrabbiato e infastidito, con la chiara volontà di attuare una contromossa ed dimostrare la propria superiorità all’occidente
Putin ha precisato che: “Non stiamo trasferendo le nostre armi nucleari tattiche, ma le schiereremo e addestreremo i militari, così come fanno gli Stati Uniti in Europa”.
Quello fatto oggi da Putin non ha l’unico accenno all’utilizzo della potenza nucleare e, soprattutto, non è la prima volta che sottolinea la possibilità che la guerra si trasformi in un conflitto internazionale.
L’appoggio occidentale all’ucraina provoca in Putin reazione altamente pericolosa e per te tanto è necessario agire con prudenza nonostante le nazioni occidentali siano allerta e si stiano preparando a possibile mosse future sconsiderate. Nonostante attualmente non sia stata menzionata la possibilità reale di un’invasione altrove.
Anatoly Antonov, ambasciatore russo, ha recentemente accusato l’Occidente di voler condurre l’umanità: “su una linea pericolosa, oltre la quale si profila sempre più caramente l’armageddon nucleare”.
Il capo di Stato russo a precisato che dietro la decisione di dispiegare tra le tipologie di armi ci sono principalmente due ragioni differenti.
Ovviamente la prima motivazione è la fornitura le munizioni perforanti anticarro provenienti dalla Gran Bretagna contenenti uranio impoverito che verranno date in dotazione alle truppe ucraine. Putin ha detto in merito che: “Sono armi molto pericolose per l’uomo e la natura a causa della polvere radioattiva“. Ha precisato anche che la Russia ha a disposizione numerosissime munizioni simili, ma fino a questo momento ha deciso di non utilizzarle anche nel rispetto della salute comune.
La seconda motivazione è correlata a una precisa richiesta effettuata dalla Bielorussia e ha spiegato che: “Gli Stati Uniti hanno distribuito da tempo le loro armi nucleari tattiche in alcuni Paesi, quindi la richiesta della Bielorussia non è insolita”.
Il capo del Cremlino ha sottolineato anche che la decisione non viola gli accordi assunti in merito alla proliferazione nucleare e ha annunciato che il primo di luglio sarà ultimata la realizzazione di un edificio speciale adibito al contenimento di questo tipologia di armi.
Il leader russo ha specificato anche che bielorussa saranno operativi dieco aerei in grado di trasportare armi nucleari tattiche precisando anche che Mosca ha già consegnato a Minsk il sistema missilistico e iskander. Ha poi aggiunto che dal 3 aprile inizieranno gli addestramenti degli equipaggi.
Emerge anche che la Russia riuscirà a produrre oltre 1600 carri armati nel giro di 12 mesi, che effettivamente è un numero tale da superare tranquillamente di tre volte la quantità dei mezzi disponibili e in dotazione alle truppe ucraine.