Il presidente Vladimir Putin ha deciso di mandare i suoi auguri personali ai capi di Stato ma ha evitato quelli che ritiene più ostili e tra questi molti rappresentanti delle Nazioni occidentali, tranne che l’ex premier Silvio Berlusconi. È arrivato anche il messaggio per il leader serbo Vucic, che ha sollevato l’attenzione mediatica. Putin sta cercando, dopo momento di isolamento, di rafforzare i rapporti che ritiene indispensabili, come per esempio quello con la Cina. Ma anche creare realtà commerciali durature che vadano però a toccare nuove dinamiche, per rendere il più possibile autonomo il commercio energetico, così come l’approvvigionamento, per le nazioni orientali e dell’asia centrale.
Ieri il presidente russo ha avuto una videoconferenza con il capo di Stato cinese Xi Jinping e le argomentazioni toccate, ma soprattutto le notizie emerse, parlano di una collaborazione e di una cooperazione profonda, che ha l’intento di ampliarsi anche in ambito militare. Ma soprattutto mostra al mondo un legame che dovrebbe fare alzare le antenne, secondo Putin, all’Occidente. Nonostante la Cina non abbia mai preso posizione in merito alla guerra in Ucraina, se non auspicando che arrivasse una trattativa di pace nel più breve tempo possibile, non ha neanche mai completamente dato sostegno alla Russia. Nel frattempo il conflitto in Ucraina continua e sono state avvertite numerosissime esplosioni attorno alla città di Zaporizhzhia. Ieri, così come l’altro ieri, il territorio ucraino ha subito due degli attacchi più potenti dall’inizio del conflitto il 24 Febbraio.
La popolazione ucraina sta soffrendo enormemente e il territorio devastato dai ripetuti continuità che missilistici russi, che hanno colpito infrastrutture energetiche e strategiche e costretto ha ripetuti blackout, ormai da settimane, i cittadini che hanno deciso di non abbandonare il loro Paese. Mentre Putin a parole si dice pronto a una trattativa di pace, Zelensky offre un piano di trattativa per raggiungere un accordo che prevede, però, necessariamente la restituzione dei territori annessi e occupati, coi referendum ritenuti illegali, dalla Russia.
Il discorso di fine anno del capo di Stato russo è arrivato ma non dal Cremlino, luogo dove è sempre stato tenuto. Questo sottolinea l’importanza che Putin sta dando all’operazione militare speciale in Ucraina e non è una scelta casuale, ma mirata a far comprendere che la partita non è persa.
In queste ultime settimane Putin ha capito di, a causa delle sue scelte in ambito militare, aver perso terreno nelle relazioni internazionali e di aver portato le nazioni occidentali a cercare di dipendere il meno possibile dalla Russia e dalle Nazioni a lei alleate. Ciò ha portato il capo di stato a reagire, in risposta al cambiamento delle dinamiche internazionali che stanno avvenendo e ha escogitato un piano energetico e commerciale, che va ad escludere il più possibile le nazioni europee e gli Stati Uniti dall’Asia Centrale.
Ha avviato trattative con il Kazakistan e con l’Uzbekistan che, data la vicinanza territoriale, hanno sempre avuto rapporti commerciali e importazioni energetiche dalla Russia, ma questa volta le cose non sono proprio andate come sperava il leader russo. Se il Kazakistan ha preso atto della strategia commerciale di Mosca non rigettandola a priori, ma ha mostrato interesse anche se non così a cuore leggero come di consueto, il capo di Stato uzbeko invece ha precisato che, nel caso di un futuro accordo siglato dovrà essere ben chiaro e nero su bianco che si tratta soltanto di rapporti commerciali, necessari allo sviluppo del paese senza entrare però in ambito politico o di scelte militari in quanto il governo uzbeco non ha intenzione di appoggiare l’invasione russa in Ucraina.
La strategia di Putin prevede di avere una fornitura stabile tra la Russia e la Cina passando per gli Stati dell’Asia Centrale, ma ovviamente mantenendo come punto focale il governo di Pechino. Negli ultimi tempi i dissapori che accomunano Cina e Russia verso gli Stati Uniti, hanno ulteriormente influito nel rafforzarsi dei rapporti tra Putin e Xi Jinping. Proprio ieri si è tenuto un bilaterale virtuale tra i due presidenti, dove sono stati toccati argomenti importanti, ma soprattutto è stato dato un chiaro messaggio di collaborazione e cooperazione reciproca.
Va specificato che l’incontro virtuale tra i sue presidenti di Cina e Russia è avvenuto dopo che il presidente ucraino Zelensky è stato in visita a Washington dal presidente Usa Biden. La vicinanza e più che altro l’intromissione degli Stati Uniti nel conflitto è qualcosa che irrita notevolmente Putin e che per questo punta ad allearsi con chi ha già astio e odio nei confronti dell’occidente. Un esempio è chiaramente l’Iran e non soltanto la Cina. Nella chiacchierata effettuata dai due capi di Stato ieri è stato specificato che, oltre cooperazione energetica economica, è stato toccato anche l’argomento militare e Jinping e Putin hanno deciso di rafforzare l’ambito militare in maniera congiunta.
Putin ha poi chiesto a Jinping di raggiungerlo in Russia e dimostrare così al mondo l’unione di due delle maggiori potenze globali che può essere molto favorevole per l’economia internazionale. Le agenzie di stampa russa hanno riferito inoltre che il leader cinese si è detto soddisfatto di apprendere della volontà di Putin e di Mosca di andare incontro ad una trattativa di pace. Oltre a queste parole meravigliose, però, se osserviamo il territorio ucraino capiamo la reale potenza di questo conflitto e soprattutto ci rendiamo conto di quale sofferenza stiano attraversando i cittadini ucraini.
La situazione meteorologica influisce notevolmente sulla sopravvivenza quotidiana dato che siamo a molti gradi sottozero. Nella maggior parte delle ore della giornata non c’è riscaldamento e luce elettrica. Sono diventate durissime le cure mediche e soprattutto trovare strutture ancora attive e con apparecchiature funzionanti. Le strutture che sono state colpite per prime comprendono, per l’appunto, ospedali scuole centrali energetiche e strutture strategiche che avrebbero agevolato la sopravvivenza del popolo ucraino.
Oggi è arrivato anche l’atteso discorso di fine anno di Vladimir Putin, che per la prima volta non è stato a registrato al Cremlino.
Il tradizionale discorso di fine anno di Putin questa volta non è avvenuto al Cremlino, come di consueto, ma in una base militare e questa, come sopra citato, non è stata una scelta casuale. Ogni mossa messa a segno negli ultimi tempi, dal leader russo, parla chiaramente già delle intenzioni future e di come ha intenzione di procedere. Ovvero ha già deciso quali relazioni coltivare quali no, come comportarsi in ambito militare e ha fatto comprendere con questo gesto che il suo maggiore interesse è rivolto all’ operazione militare speciale in Ucraina.
Gli auguri del leader del Cremlino sono arrivati dal quartier generale del Distretto militare meridionale: “I russi hanno mostrato coraggio e dignità. È stato un anno carico di ansie“.
Ha poi continuato il discorso, durato insolitamente a lungo dato i nove minuti riportati, e ha spiegato: “La cosa principale è il destino della Russia. La difesa della Patria è il nostro sacro dovere verso i nostri antenati e discendenti”.
Ha voluto incontrare il personale militare impegnato nell’operazione militare in Ucraina, salutarli e ha affermato che: “il 2022 è stato ricco di eventi veramente decisivi e importanti che pongono le basi per la nostra vera indipendenza. Questo è ciò per cui combattiamo oggi, proteggere il nostro popolo nei nostri territori storici, nelle nuove entità costitutive della Russia” ha aggiunto spiegando alle regioni ucraine che la Russia sostiene di aver annesso.
Putin ha poi continuato dicendo: “l’anno che sta finendo ha portato grandi cambiamenti sia per il nostro Paese che per il mondo intero è stato pieno di disordini, ansie e preoccupazioni. Ma il nostro popolo, come è stato in tutte le epoche difficili della storia russa, ha mostrato coraggio e dignità con parole e azioni e ha sostenuto i difensori della Patria, i nostri soldati e ufficiali, tutti i partecipanti all’operazione militare speciale”.
Il leader russo ha spiegato da Kamchatka, dove il Capodanno è già arrivato, ha enfatizzato l’attenzione sullo scontro tra Russia e Occidente: “L’Occidente ha mentito sulla pace mentre si preparava all’aggressione e ora lo sta ammettendo apertamente, senza esitazione. E sta cinicamente usando l’Ucraina e il suo popolo per indebolire e dividere la Russia. Non abbiamo mai permesso a nessuno di farlo e mai lo faremo”.
Il capo di stato ha poi concluso: “Faremo del nostro meglio per aiutare le famiglie dei nostri compagni morti, per crescere i loro figli, dare loro un’istruzione e ottenere una professione. Condivido il vostro dolore con tutto il cuore e vi chiedo di accettare sincere parole di sostegno. La Russia sta combattendo in Ucraina per proteggere la madre patria’ e per garantire una vera indipendenza al popolo russo”.
Putin ha poi fatto gli auguri ai capi di stato con i quali ha mantenuto i rapporti dopo l’inizio del conflitto in Ucraina tra cui il capo di stato della Serbia Vucic e l’ex premier Silvio Berlusconi. Durante il suo discorso ha poi voluto ricordare anche il Papa emerito Joseph Ratzinger che ha ricordato come un uomo che cercato di unire realtà differenti e : “si sono sviluppate le relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana“.
Anche il Capo della Chiesa ortodossa russa ha parlato di Ratzinger come di un “eminente teologo” e difensore dei “valori tradizionali”.
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