Il premier russo Vladimir Putin ha ufficializzato l’introduzione della castrazione chimica per i pedofili. La decisione shock è arrivata a seguito dell’ennesimo caso di violenza avvenuto su una bambina di soli dieci anni. La proposta è stata attuata immediatamente, grazie a uno speciale emendamento plenipotenziario (a pieni poteri) di Vladimir Putin.
Il presidente russo ha risposto così alle numerose polemiche, sorte dinanzi alla sua drastica decisione: ‘Abbiamo deciso di farla finita. Siamo stufi della pedofilia. In Russia, ma forse anche in altri Paesi del mondo, questa violenza resta, purtroppo, ancora diffusissima. Ho deciso di tirare in ballo l’emendamento plenipotenziario, una forma particolare di provvedimento che concede al premier pieni poteri in alcune materie delicate come in questo caso. Sono sicuro che il Parlamento capirà la mia decisione che, attenzione, non risulta affatto uno scacco alla democrazia, ma una riforma necessaria per il bene di tutti’.
Tra i pareri contrari emerge quello del medico Porfidosky, il quale crede nell’importanza della rieducazione del malato: ‘Queste persone sono malate, disturbate e in quanto tali vanno curate prima che sia troppo tardi. Mi oppongo alla decisione del presidente, che pure stimo, ma una misura come questa non fa altro che rispondere con violenza alla violenza’. Tuttavia Putin sembra non aver minimante considerato il parere dell’autorevole medico.
Ma in cosa consiste realmente la castrazione chimica, già invocata 10 anni fa da Fini, e oggi fortemente voluta dal leader del Carroccio, Matteo Salvini, che non perde occasione di chiederne l’introduzione a ogni nuovo caso di pedofilia?
Innanzitutto bisogna sottolineare che è una pratica giù in uso in diversi Paesi Europei, ma anche americani e asiatici. Si pratica semplicemente somministrando al paziente (violentatore o pedofilo) alcuni farmaci a base ormonale, che hanno la capacità di ridurre il desiderio sessuale, agendo direttamente sull’attività del testosterone. Depo Provera, Androcur, Lupron, sono i nomi di alcuni dei farmaci più utilizzati per questa pratica.
Tuttavia sono in molti a sostenere che sia fondamentale affiancare alla terapia farmacologica quella psicologica, così da offrire un trattamento globale, che con buona probabilità si dimostrerà più efficace.
E’ bene infatti sottolineare che la castrazione chimica non rappresenta la soluzione assoluta alla grave piaga della pedofilia, l’azione dei farmaci infatti riduce e controlla i livelli ormonali, ma non è assolutamente in grado di agire sulla devianza mentale, che in qualche modo bisogna tentare di curare con l’aiuto della psicoterapia. In buona sostanza, il pedofilo in cura con questi farmaci, conserva il proprio profilo psicologico, con tutti i pericoli ad esso connessi. Il rischio è che possa sfogare i suoi desideri nella violenza fisica.
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