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Putin: la nuova lista nera della UE include Alina Kabaeva

Il sesto round di sanzioni contro la Russia e Putin, colpisce Alina Kabaeva, l’ex ginnasta legata da anni al presidente russo.

Alina Kabaeva – NanoPress.it

Il Consiglio dell’UE ha approvato questo venerdì il sesto round di sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina, il colpo più doloroso finora per le casse del Cremlino, ma anche quello che ha richiesto più tempo per mettere d’accordo la comunità dei 27 partner europei.

Putin e la Russia stretti nella morsa delle sanzioni

Tra le nuove misure si estende la lista nera dei sanzionati, a cui si aggiungono 65 cittadini russi e ucraini, tra cui Alina Kabaeva (Tashkent, Uzbekistan, 39 anni), la presunta fidanzata del presidente russo Vladimir Putin.

100 giorni dopo che Putin ha ordinato un attacco su larga scala all’Ucraina, l’UE ha incluso Kabaeva, la donna considerata per anni la sua amante, nella sua lista delle sanzioni. L’ex ginnasta, uno degli atleti russi più riconosciuti prima di essere arruolato come membro del partito di Putin (Russia Unita), è stata premiata come capo del National Media Group nel settembre 2014, poco dopo la guerra del Donbass.

Bruxelles segue così le orme del Regno Unito, che a metà maggio ha sanzionato il cda del National Media Group, holding che possiede grandi partecipazioni in quasi tutti i principali media federali russi, che trasmettono propaganda del Cremlino. Kabaeva è stata anche per anni membro della Duma di Stato.

La presunta relazione tra la medaglia olimpica – a Sydney nel 2000 e ad Atene nel 2004 – e Putin è stata oggetto di speculazioni da quando è stata rivelata nel 2008 dal quotidiano Moskovski Korrespondent, oggi chiuso. Il Cremlino ha successivamente smentito vari rapporti che suggerivano che i due avrebbero potuto essere addirittura genitori.

Il documento dell’UE accusa Kabaeva di “sostenere azioni che minano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”. Le sanzioni sono arrivate anche alle famiglie di altre cariche vicine al presidente russo, come quella del suo stesso portavoce, Dmitri Peskov. A suo figlio Dmitri e a sua moglie Elizaveta sarà vietato viaggiare in Europa e i loro beni nel continente potrebbero essere congelati.

Un’altra nuova sanzionata è Marina Mordashova, moglie di Alexei Mordashov, uno degli uomini più ricchi della Russia. Mordashov, presidente del colosso siderurgico Severstal, è già stato sanzionato quattro giorni dopo l’inizio dell’offensiva russa contro l’Ucraina. Un altro cittadino a comparire nella lista nera dell’UE è Arkady Volozh, fondatore di Yandex, l’alternativa russa a Google.

Oltre Alina Kabaeva sanzionata anche Marina Mordashova

Volozh ha reagito presentando le sue dimissioni da tutte le posizioni presso l’azienda, che copre tutto, dalle ricerche su Internet ai servizi di taxi e consegna di cibo. “Anche se ritengo che questa sia stata una decisione sbagliata e alla fine controproducente, non intendo fornire alcuna guida attraverso un trust familiare mentre le sanzioni sono in vigore”, ha affermato Volozh in una nota.

Putin – NnoPress.it

Oltre alle 65 personalità punite per il loro sostegno diretto o indiretto al Cremlino e, quindi, all’offensiva sull’Ucraina, Bruxelles ha sanzionato anche 18 entità giuridiche, tra cui la Borsa di Mosca e lo storico produttore di camion Kamaz. Le nuove sanzioni, che entreranno in vigore non appena saranno pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’UE, distruggeranno il modello di business delle esportazioni russe, che hanno il 50% del loro mercato nell’Unione.

Nel 2021 l’UE ha importato 48 miliardi di euro di petrolio greggio russo e 23 miliardi di euro di prodotti raffinati. Bruxelles calcola che la sanzione approvata priverà Mosca del 90% di quelle entrate a fine anno, il che può lasciare un buco di oltre 60 miliardi di euro nelle casse russe. Il regime di Putin è alla ricerca di acquirenti alternativi, con l’India come principale cliente emergente.

Ma le compagnie petrolifere russe sono costrette a offrire i loro prodotti in quei mercati a sconti che, secondo gli analisti, raggiungono già il 30% rispetto al prezzo praticato in Europa. L’approvazione di questa sesta serie di sanzioni ha richiesto quasi quattro settimane di negoziazione, da quando sono state annunciate lo scorso 4 maggio da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.

La contrattazione ha costretto il divieto a limitarsi al petrolio importato via nave, che rappresenta i due terzi del totale, ed a continuare per il momento a tollerare quello che arriva via oleodotto. Le eccezioni introdotte consentiranno ai paesi più dipendenti dal petrolio russo, come Ungheria, Repubblica Ceca o Bulgaria, di mantenere i propri acquisti.

Ma due dei principali mercati europei del petrolio russo, Germania e Polonia, saranno chiusi anche per le importazioni via oleodotto, il che garantisce il tremendo impatto finanziario della sanzione. Il sesto round prevede anche la disconnessione della più grande banca russa, Sberbank, dal sistema di messaggistica finanziaria Swift, strumento fondamentale per le relazioni internazionali del settore finanziario.

Nel campo della propaganda russa, l’UE vieta la trasmissione nel territorio comunitario di tre canali televisivi considerati legati al Cremlino.

 

Paolo Battisti

Giornalista Pubblicista dal 2013. Amo la storia e mi occupo di politica estera

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