Dopo le strette decise a Strasburgo, il diplomatico dell’emirato avverte l’Ue. In caso di blocco ci sarà un “impatto negativo” sulle forniture di gas.
Il monito da parte di Doha arriva dopo la volontà del Parlamento di sospendere i permessi riguardanti il Qatar, dopo lo scandalo corruzione che ha travolto l’Ue e diversi europarlamentari. Adesso dall’emirato arrivano le minacce sulle forniture di gas.
Dopo la crisi energetica derivante dal conflitto in Ucraina e dalle sanzioni nei confronti della Russia, il rapporto sempre più incrinato con il Qatar potrebbe portare l’Europa a dover rinunciare anche alle forniture dell’emirato. E’ questa la paura sul quale vorranno fare leva proprio dal Qatar, almeno da quanto affermato recentemente da un diplomatico di Doha.
Dopo lo scandalo corruzione che ha investito il Parlamento, a Strasburgo la decisione presa è stata quella di sospendere “permessi di accesso per i rappresentanti degli interessi del Qatar” – per un testo votato praticamente all’unanimità dagli eurodeputati.
Le minacce da Doha parlando dunque di effetti negativi sul mercato del gas, qualora tali restrizioni nei confronti dei Paesi del Golfo persico dovessero farsi più rigide.
Un diplomatico qatariota ha infatti parlato di “limitazione del dialogo prima della fine del procedimento giudiziario” che avrà un effetto negativo sulla crisi energetica globale, ma anche sulla sicurezza.
Di fatto l’invito di Doha è quello di attendere la fine del processo, per verificare o meno l’eventuale presenza del Paese in quello che ad oggi è di fatto il peggior scandalo di corruzione nella storia dell’Unione Europea. Ovviamente una risposta dal Parlamento doveva arrivare, a tale “attacco alla democrazia” come ha sottolineato Roberta Metsola, e gli avvisi del Qatar non avranno effetti concreti sulle decisioni presi d’ora in avanti a Strasburgo.
Francamente risultano improbabili passi indietro dopo le “minacce” del diplomatico del Qatar, che avverte anche su eventuali problematiche – in caso di restrizioni “discriminatorie” – anche sul fronte sicurezza globale.
Si, discriminatoria, perché il Qatar fino a questo momento ha negato ogni tipo di coinvolgimento nell’inchiesta portata avanti dagli investigatori in Belgio.
Piuttosto la Presidente ha parlato di strette anche all’interno del Parlamento, con un piano nel 2023 per moralizzare sul problema corruzione e sul rischio di conflitti di interessa all’interno dell’Unione. Verranno riviste anche le iscrizioni nel registro di trasparenza dei deputati obbligati a dichiarare appuntamenti con persone esterne al Parlamento, e i controlli – ha affermato Metsola – interesseranno anche gli ex membri che adesso sono liberi di accedere al Parlamento.
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