Come accaduto ieri per Eva Kaili, anche Pier Antonio Panzeri è uscito oggi dal carcere. L’ex europarlamentare sconterà gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. La decisione sulla sua scarcerazione presa dai magistrati lo scorso 6 aprile. L’uomo si trovava in prigione a Saint-Gilles dal 9 dicembre scorso dopo la scoperta del Qatargate.
Proprio come l’ex vicepresidente del Consiglio Europeo Eva Kaili ieri, oggi anche Pier Antonio Panzeri, ex eurodeputato coinvolto nello scandalo Qatargate, è uscito dal carcere di Saint-Gilles, dove si trovava dal 9 dicembre scorso. Per lui ora gli arresti domiciliari, con l’utilizzo di un braccialetto elettronico. L’uomo rimane a disposizione degli inquirenti per ulteriori accertamenti.
Visibilmente dimagrito, questa mattina è uscito dal carcere belga di Saint-Gilles, non rilasciando alcuna dichiarazione ai giornalisti presenti. Volto tirato e passo svelto, Antonio Panzeri sconterà gli arresti a casa, grazie a un braccialetto elettronico.
L’uomo si trovava in prigione dal 9 dicembre scorso, da quando era scoppiato lo scandalo Qatargate, per il quale giusto nella giornata di ieri era stata scarcerata e messa a sua volta ai domiciliari l’ex vicepresidente del Consiglio europeo Eva Kaili.
Oltre ai due, ad essere scarcerato anche l’eurodeputato socialista bela Marc Tarabella e a fine febbraio Francesco Giorgi, ex assistente di Panzeri e compagno della Kaili.
Panzeri, 67 anni, ha vissuto anche l’arresto di moglie e figlia, nonché della sua commercialista, e ha accettato di collaborare con la giustizia belga, per ottenere una riduzione della pena, da 5 a 1 anno di condanna, a patto di fornire piena confessione e segnalare le altre persone coinvolte nell’associazione a delinquere.
Kaili e Panzeri sono stati arrestati agli inizi del dicembre scorso in merito a un’inchiesta di corruzione e rilascio di denaro volto a ottenere posizioni di favore all’Eurocamera da parte non solo del Qatar, ma anche da Marocco e Mauritania.
Nell’abitazione di Bruxelles dell’ex eurodeputato lombardo erano stati ritrovati 600.000 Euro in contanti. L’uomo e Giorgi avrebbero preso mazzette per un totale di 1 milione di Euro a testa per il 2018 e 2019, ricevendoli da un “uomo d’affari turco e il suo avvocato a Londra”. Il denaro sarebbe stato talmente tanto che Panzeri avrebbe raccontato di averne gettato un po’ in un bidone della spazzatura, essendo troppi e non sapendo come gestirli.
Di Riviera d’Adda, classe 1955, dal 1995 al 2003 è stato segretario generale della Camera del Lavoro di Milano e membro della direzione generale dei Democratici di Sinistra.
Nel 2004 è stato eletto al Parlamento europeo per Uniti nell’Ulivo, con più di 100.000 preferenze. Da quell’anno e per i successivi cinque ha avuto diversi incarichi di grande importanza, come membro della Delegazione per i rapporti con Stati Uniti e Giappone.
Dopo la riconferma al Parlamento nel 2009, è diventato anche Presidente della Delegazione per le Relazioni con i paesi del Maghreb. Cinque anni dopo, alla scadenza, si ricandida nuovamente, questa volta nelle file del PD, ricoprendo tra gli altri incarichi anche quello di presidente della Sottocommissione ai diritti umani e membro della Commissione per gli Affari esteri.
Nel 2017, infine, lascia il Partito Democratico per entrare in Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, aderendo dopo l’assemblea generale dello stesso anno alla lista guidata dal presidente del Senato Pietro Grasso, Liberi e Uguali.
Il 9 dicembre, poi, scoppia lo scandalo europeo sul Qatar e le mazzette ottenute da alcuni membri del Parlamento per favorire il Paese. Tra gli indagati, anche lui, in seguito “pentito” e collaboratore degli inquirenti in cambio di una riduzione consistente di pena.
Quattro mesi durissimi, che hanno visto anche la sua famiglia, nelle figure della moglie Maria Colleoni e della figlia Silvia, arrestata. Oggi, per lui il ritorno a casa, sebbene monitorato grazie al braccialetto elettronico: di sicuro qualcosa che fino al dicembre scorso, non poteva minimamente immaginare.
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