Continua la sua evoluzione, anche dal punto di vista giudiziario, la vicenda nota con il nome di Qatargate. L’ultima nota, proprio da questo punto di vista, è la concessione degli arresti domiciliari a Francesco Giorgi.
L’ex assistente di Panzeri, anche lui coinvolto nello scandalo corruzione, torna a casa dopo due mesi di carcere. Ma usufruirà del braccialetto elettronico.
Un ritorno a casa, ma sempre sotto stretta sorveglianza con l’utilizzo del braccialetto elettronico. Francesco Giorgi, ex assistente di Pier Antonio Panzeri, anche lui coinvolto nello scandalo “Qatargate”, dopo due mesi di carcere, si è visto concedere gli arresti domiciliari. Il suo ritorno a casa ma con controllo elettronico.
Ad approvare la decisione è stata la Procura federale del Belgio, dopo anche la delibera della Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles ed in seguito all’udienza per il riesame della custodia cautelare.
Per diverse settimane, lo stesso Giorgi e Panzeri avrebbero anche condiviso la stessa cella in carcere, nonostante lo stesso caso di corruzione li vedesse coinvolti insieme e, di conseguenza, non avrebbero potuto stare in cella assieme. A rivelare questa preziosa informazione è stato il quotidiano inglese “The Times”.
Perché ai due sarebbe stato permesso di stare e condividere la stessa cella? Stando a quanto riferisce il “The Times”, nel carcere di “St Gilles” a Bruxelles è avvenuto, se così lo si può definire, questo errore. Tale circostanza avrebbe potuto consentire loro di coordinare le rispettive testimonianze.
Anche se al momento, la stessa Procura federale belga non ha rilasciato dichiarazioni a riguardo, in attesa di esser condotto agli arresti domiciliari, ora Panzeri e Giorgi sono stati posti definitivamente in due celle separate.
La notizia della scarcerazione e dell’arrivo dei domiciliari per Giorgi è arrivata nel giorno stesso in cui la notizia che Panzeri e Giorgi da tempo condividevano la stessa cella, è stata diffusa dal Times. Fra le ipotesi possibili anche quella che lo stesso Panzeri abbia deciso di collaborare con la giustizia dopo un possibile accordo con il suo ex assistente, avvenuto proprio in carcere, visto che condividevano la stessa cella.
Ma ci sono altre ombre su questa vicenda. Il restare nella stessa cella di Panzeri e Giorgi potrebbe gettare ancora altre ombre sull’operato del giudice Claise, che è il titolare dell’inchiesta. Il giudice, al momento, però, risulta sospeso a causa della richiesta di ricusazione presentata dall’avvocato dell’eurodeputato belga Tarabella.
Stando alle notizie trapelate, lo stesso Giorgi potrebbe lasciare il carcere già questa mattina, tornare a casa sua e rivedere, anche, la sua bambina di soli due anni. Per la piccola, però, sarà più difficile invece vedere sua madre, l’ex vicepresidente del parlamento Europeo, Kaili.
La donna, anche lei detenuta in carcere per lo stesso caso dallo scorso 9 dicembre, dovrà attendere ancora un mese, tempo durante il quale il tribunale belga esaminerà anche la sua richiesta di arresti domiciliari presentata dai suoi avvocati.
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