E’ stato il capo della Procura europea Laura Kovesi a chiudere la revoca dell’immunità per Eva Kaili e per l’europarlamentare Maria Spyraki.
La comunicazione dalla Procura è arrivata in giornata in una nota. Sulle basi delle investigazioni dell’Ufficio europeo, i sospetti ricadrebbero su delle frodi del bilancio Ue. Le indagini si rifanno alla gestione delle indennità parlamentari, proprio in relazione alla retribuzione degli assistenti parlamentari si legge nella nota.
Qatargate: Procura europea chiede la revoca dell’immunità per Eva Kaili e Maria Spyraki
Non ci saranno impunità aveva detto Roberta Metsola, che aveva parlato delle accuse rivolte al Parlamento europeo come un colpo alla democrazia. La presidente dell’Europarlamento aveva parlato di anni difficili per costruire una fiducia, abbattuta da questa inchiesta in pochi giorni.
La presidente ha annunciato inoltre che nel 2023 verranno messe in atto diverse riforme per il Pe, per estinguere delle falle nel sistema – come il registro di trasparenza. Il Parlamento darà inoltre il via libera alla sospensione immediata di tutti i lavori di legge relativi al Qatar, un testo votato con 541 voti favorevoli, 3 astensioni e 2 solo due no.
Un maremoto che ha investito il Parlamento, che durante il Consiglio europeo è stato descritto dalla presidente come qualcosa da non nascondere sotto il tappeto “come al solito”, dando disponibilità alle autorità e alle forze dell’ordine sin dal primo momento.
La Procura ha chiesto tramite una nota, nella giornata di oggi infatti, la revoca dell’immunità per l’ex ormai vice presidente del Parlamento europeo Eva Kaili, indagata nell’inchiesta di presunta corruzione, e dell’europarlamentare Maria Spyraki.
Francesco Giorgi, la confessione: “Fatto pare di organizzazione di Marocco e Qatar”
Proseguono le indagini relative alla rete di corruzione per favorire, a livello europeo, alcuni Paesi del golfo – come riportato nei fascicoli degli investigatori di Bruxelles. In questo ambito sono arrivate le confessioni di Francesco Giorgi, che avrebbe ammesso di aver fatto parte di un’organizzazione.
Organizzazione usata poi da Qatar e Marocco per interferire proprio negli affari europei. Giorgi si sarebbe occupato di gestire il denaro contante, secondo quanto ripotato dal quotidiano Le Soir, che insieme a La Repubblica ha visionato diversi documenti dell’inchiesta.
Giorgi avrebbe anche parlato degli europarlamentari S&D Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, che secondo il suo sospetto avrebbero preso soldi tramite Antonio Panzeri.
Anche il Marocco, come da prime ipotesi, farebbe parte della vicenda legata alle correzioni dunque, tramite il servizio Dged di informazione esterna. Proprio Cozzolino, Giorgi e Panzeri – come riporta il quotidiano francofono – avrebbero preso contatti con la Dged e con l’ambasciatore marocchino in Polonia Abderrahim Atmoun.