Prima la detenzione in cella per il caso Qatargate, poi la ai domiciliari. Adesso arriva il rilascio, con condizioni, per Marc Tarabella e Francesco Giorgi.
Il procuratore federale dal Belgio ha fatto sapere del rilascio di Marc Tarabella, eurodeputato inizialmente coinvolto nello scandalo Qatargate, e dell’assistente parlamentare Francesco Giorgi. Entrambi erano stati posti ai domiciliari dopo aver passato alcuni mesi di detenzione: rilasciati sotto condizione. Anche il pm Michel Claise sotto accusa: “Nessuno mi dice cosa fare”.
Marc Tarabella e l’assistente parlamentare Francesco Giorgi, dopo i domiciliari, hanno ottenuto dai giudici del Belgio il rilascio. Entrambi erano stati in carcere per alcuni mesi, sempre nell’ambito dell’inchiesta denominata Qatargate, il caso di corruzione che lo scorso inverno ha sconvolto l’Europarlamento, quando era emerso un giro di presunte corruzioni in favore di alcuni paesi del Medio Oriente.
Lo ha fatto sapere il procuratore federale belga, che ha comunicato la notizia della loro scarcerazione, dicendo che la detenzione “non era più giustificata”.
Niente braccialetto elettronico per quello che era stato individuato come il braccio destro dell’ex eurodeputato Antonio Panzieri, e per il compagno di Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento.
Una fase di stallo, che aveva attraversato l’inchiesta, nei mesi scorsi ha inoltre mosso delle polemiche all’operato degli inquirenti. In questo contesto il magistrato alla guida dell’inchiesta aveva assicurato, in una intervista al Financial Times, che le indagini stavano proseguendo in completa indipendenza – senza pressioni esterne – e che ci sarebbe voluto il tempo necessario per lavorare sul caso. In effetti, dopo lo scandalo, le perquisizioni e gli arresti, i tanti dettagli emersi, per Michel Claise erano arrivate anche le prime critiche.
Aprile è stato il mese dei rilasci. Prima quello di Antonio Panzieri, pentito, poi quello di Eva Kaili stessa, che oggi ha visto anche il rilascio del compagno indagato nelle prime fasi dell’inchiesta.
Claise nel mese di febbraio era stato accusato da Tarabella, che aveva fatto richiesta di ricusazione. Ma il magistrato si era difeso dall’accusa di parzialità e violazione della presunzione di innocenza. Possibili pressioni politiche ricevute, ma smentite dal magistrato noto in patria anche per la sua passione della scrittura – ha pubblicato diversi romanzi polizieschi. Il giudice ha detto che nonostante il suo lavoro sia pieno di insidie, nessuno è mai arrivato a bussare alla sua porta per dirgli cosa fare.
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