“Qual è il tuo idolo? Toglilo e buttalo dalla finestra”. È l’invito di Papa Francesco, che all’udienza generale del mercoledì ha ripreso il ciclo di catechesi sui comandamenti partendo dal primo: “Non avrai altri dei di fronte a me”. Il rischio di idolatria è ben presente nel mondo di oggi che offre “il supermarket degli idoli”: possono essere oggetti, immagini, idee, ruoli, che diventano “una fissazione, un’ossessione”.
“L’idolo è in realtà una proiezione di se stessi negli oggetti o nei progetti”, ammonisce Bergoglio, una dinamica di cui si serve, ad esempio, la pubblicità: non vedo l’oggetto in sé ma percepisco quell’automobile, quello smartphone, quel ruolo – o altre cose – come un mezzo per realizzarmi e rispondere ai miei bisogni essenziali. Tutto diventa funzionale a raggiungere quell’obiettivo. In antichità si facevano sacrifici umani agli idoli, ma anche oggi la situazione non è diversa: per la carriera si sacrificano i figli, trascurandoli o non facendone. Per la bellezza si passano ore davanti allo specchio, si spende tempo e denaro per truccarsi”.
“Anche questa – rimarca Papa Francesco – è un’idolatria. Non è cattivo truccarsi, ma in modo normale, non per diventare una dea”. La fama chiede l’immolazione di se stessi, della propria autenticità.
“Gli idoli – accusa il Pontefice – chiedono sangue. Il denaro ruba la vita e il piacere porta alla solitudine. Le strutture economiche sacrificano vite umane per utili maggiori. Pensiamo a tanta gente senza lavoro. Perché? Perché a volte capita che gli imprenditori di quell’impresa, di quella ditta, abbiano deciso di congedare gente per guadagnare più soldi. L’idolo dei soldi”.
Per affermarsi si vive nell’ipocrisia, facendo e dicendo quel che gli altri si aspettano, e per il profitto si rovinano vite, si distruggono famiglie. Anche la droga è un idolo, e tanti giovani si rovinano la salute, persino la vita, adorandolo.
“L’attaccamento a un oggetto o a un’idea rende ciechi”, il monito di Papa Francesco, diventano più importanti di un coniuge, di un figlio, o di un’amicizia, ma “per amare davvero bisogna esseri liberi da ogni idolo”.
Quindi papa Francesco esorta i veri cristiani a conoscere il proprio idolo e a liberarsene, esempio dell’idolatria di quest’epoca è lo smartphone, di cui tutti, giovani e adulti, subiscono il fascino fino quasi a diventarne schiavi, preferendo passare ore in chat con persone lontane e sacrificando invece le persone vicine.