Ecco la storia di un salvataggio straordinario avvenuto nelle acque dell’Oceano Indiano per mano dei marinai della marina dello Sri Lanka.
Quello tra la specie umana e quella animale è un rapporto che dura da sempre. Nel tempo, l’una ha imparato a vivere in armonia con l’altra e viceversa, in alcuni casi nel medesimo ambiente e, in altri, in luoghi totalmente opposti. L’uomo, infatti, si è definitivamente stabilito in città. Qui ha creato e costruito tutto ciò di cui si possa aver bisogno per vivere in modo che non manchi nulla, e anche di più. Gli animali, invece, vivono in simbiosi con la natura, chi nella savana, chi nella foresta e via discorrendo. E poi ci sono loro, le nostre mascotte che, ad oggi, siamo soliti definire come “animali domestici.”
Cani e gatti vivono a stretto contatto con noi; si fidano di noi, hanno anche bisogno di noi, in alcuni casi. E ci amano in maniera totalmente incondizionata e disinteressata. Questa situazione è diventata più che normale, oggigiorno. Al contrario di ciò che ci viene in mente quando pensiamo ad animali più grossi e possenti, lontani dal contesto cittadino e da tutto ciò che concerne lo stile di vita umano.
In questi casi si parla di leoni, di ippopotami, di zebre, di tigri e di elefanti, ad esempio. Ma ciò non toglie che nonostante possano incutere timore per la loro indole da predatori, ci siano delle circostanze in cui si possano unire le forze, e in cui abbiano anch’essi bisogno di noi. Ed è proprio questo che è successo, alcuni anni fa, a un equipaggio della marina dello Sri Lanka. Scopriamo insieme questa incredibile storia.
Nel corso della vita può capitare, talvolta, di vivere esperienze uniche al mondo, proprio come accadde ad alcuni marinai della marina dello Sri Lanka che, circa sei anni fa, erano impegnati in una perlustrazione di routine. A un certo punto, i militari scorsero qualcosa di strano tra le acque. Ma solamente dopo esserci avvicinati riuscirono a comprendere quanto stava accadendo proprio sotto i loro occhi.
Un elefante stava rischiando di annegare nel bel mezzo dell’Oceano Indiano, e nonostante fin da subito potesse sembrare un’impresa complessa, i marinai della marina non esitarono neanche un secondo. Questi ultimi, infatti, iniziarono subito a fare tutto il possibile per salvare l’animale in pericolo.
L’operazione di salvataggio durò ben dodici ore, tempo interminabile in cui il pachiderma cercava di tenere la proboscide fuori dall’acqua per riuscire a respirare. Infine, i militari riuscirono ad avvolgere intorno al corpo dell’animale delle corde, e con non poca fatica, lo trascinarono a riva sano e salvo.
Il portavoce della marina dello Sri Lanka, Chaminda Walakuluge, all’epoca affermò che, probabilmente, l’elefante stava cercando di attraversare la laguna di Kokkilai, ma le forti correnti dell’acqua lo scaraventarono nell’oceano.
Una volta tornato sulla terra ferma grazie al tempestivo aiuto dei suoi soccorritori, gli esperti del Dipartimento della fauna selvatica del posto esaminarono subito le condizioni dell’animale che, salvo essere stremato, stanco e privo di forze, era perfettamente sano e in buona salute.
Fu sicuramente un’esperienza traumatica per il pachiderma in questione il quale, grazie al coraggio dei militari e a un po’ di fortuna, ebbe il suo meraviglioso lieto fine.
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